♦ Il pappagallo ad incaglio

Parrotë Gojàç. Il pappagallo balbuziente
by gaudio malaguzzi

Qualche anno fa, o se andiamo a vedere sono lustri ormai, è capitato che un pappagallo, no, non finì contro l’Intercity con cui dovevamo far ritorno, io, il poeta e una nostra amica a Firenze, e quindi non ci fu alcun pappagallo rimasto completamente sfracellato; è che questo pappagallo, che, in inglese, fa “Parrot” un po’ come il cannone “Parrott”, e che, ancor prima o in quello stesso periodo, il poeta rinvenne sulla copertina di un quaderno e riconoscendo la parola che è, fonologicamente, il soprannome che gli viene dal suo avo, ne comprò più copie, tanto che ebbe a dirsi: “Adesso in famiglia i veri “Parrotë”[i] sono una mezza dozzina”. E mentre in treno ammiravo la linea delle cosce possenti dell’amica che viaggiava con noi nella sua gonna grigia e il tacco a 2 pollici e mezzo[ii], che tanto feticizzano l’oggetto “a” del poeta, questi, guardando dal finestrino, avendo potuto vedere un uccello che volava verso una cascina immersa nel crepuscolo, ebbe a dire: “Avevamo un pappagallo una volta a casa, un Parrot che balbettava, e avevamo anche uno zio – questo disse – che balbettava, e quindi pensavamo un po’ tutti, noi piccoli, anche quella mia cugina che non era mia cugina e nemmeno forse era capace di pensare, che nel nostro stato di famiglia c’era un Parrot balbuziente, che si “incacagliava”[iii], e questo nostro pappagallo qua-qua-qua-quando s’inca-caca-caca-gliava era peggio del singhiozzo di zia Lucrezia, che, poi, voi dite che è per questa assonanza?, lo fece erede universale e lui, il pappagallo balbuziente, girò tutto a un tale che veniva da Tarsia per il suo nome e che, perciò, aveva nello stato di famiglia anch’esso un parente nascosto a Firenze, ma quel che  è evidente è che l’uso di questo girare l’eredità è un po’come la faccenda del formalizzare, sempre dal notaio, un credito per pagare un debito che non è esigibile, è un vero incaglio, insomma, uno schema, sempre coordinato dal dispositivo di alleanza, che afferisce allo schema verbale dello “Stammering Parrot”, il “Parrotë”che “s’incacaglia”, che, in verità, non era coloratissimo questo mio zio che, come mi venne a dire non so chi, usava dormire in una delle bare delle sue onoranze funebri ancorché avesse l’unghia del mignolo lunghissima a becco di Parrot”[iv].




[i] La sequenza onomastica del poeta è questa: dal pappagallo inglese, Parrot, passa al cannone americano, Parrott, e arriva al “senza ruota”shqip, Parrotë.
[ii] Questa misura del tacco, come gaudio del proprio oggetto a, è speculare, o raddoppia, quanto meno s’incaglia, al calibro più piccolo del cannone Parrott, quello di 2,9” e di 10 libbre: ci sarà questo peso atomico che fa da pondus all’oggetto a del poeta?
[iii] L’incacagliarsi  deriva dallo schema verbale “incagliarsi”, che  è “andare in secco”, “bloccare per ostacoli o difficoltà improvvise”; d’altronde “incagliare nel parlare” è “incepparsi”, “balbettare”. L’incaglio è l’ostacolo, l’intoppo. Il Parrot con l’incaglio, poi, venne da pensare al poeta una volta, era doppiamente “Parrotë”, cioè doppiamente “senza ruota” ? O questo incaglio era l’azione sintomatica di un incaglio nel nome, e nello stato di famiglia?
[iv] L’artiglio ci fa pensare al fatto che “balbuziente” in shqip sarebbe “gojàç”(leggi:”goiàc”, con la “c” palatale di “cibo” ) , che è una parola usata anche nell’accezione di “persona scurrile”. Parrotë scurrile o Parrot malizioso o, anche, il pappagallo che importuna per strada e verbalizza schemi verbali e azioni di natura sessuale e quindi il Parrot-Shnek?

La Wordle del Pappagallo Balbuziente