Trittico inquieto ▌Sara Smigòro

QUESTO ROMBO CTONIO
(versi come cronaca)
Suono ma è stridore sotterraneo
produce attese e a lungo
giunge l’ansia il timore sia maligno
segno ctonio
i droni in cielo e i misteri in terra
un preludio di guerra e non sai dove
l’universo è un bicchiere smisurato
colmo di fiati umani in batteria
tutto è poesia ma…
tutto è già malaria
fin da sempre c’è l’uomo
e questo rombo ctonio
varia malizia nel potere
la sete del dominio sulla vita
nel gestire il capriccio e farne morte
dalle Termopoli a Waterloo
alla Baia dei porci
a Hiroshima.
Giosuè ferma ancora il sole biblico
per completare lo sterminio
a scimitarra
aveva una mascella di leone.
Allora le Crociate adesso l’Isis
contrappasso e compenso.

PUPÀRO ANSIOSO
(versi come scrupolo)
Cosa dirò ai miei cari Pupi oggi?
Mi duole l’imbrogliarli
muti e fedeli quanto son pazienti
dirò loro il mio affetto
e che non smetto di volerli bene.
Ma ci vuol altro,
al cambio delle scene
mi fissano perplessi
ciascuno, in essi, è un po’ la mia coscienza
nel loro legno inerte colorato
sarei vigliacco e ingrato
a ingannarli come fa il Governo
quando d’inverno ci promette estate
e quanto tutto è buio dice: aspettate!

LA NOTTE AL GIORNO
(versi come dialogo)
“Amore mio, ti seguo, sono l’ombra
che nulla ingombra l’attimo o l’eterno
se in due corriamo a turno
con te alla guida mi riposo e torno
l’ora che smarco è fase nel ritorno”.
Così la Notte al Giorno
Nel fedele seguire il proprio turno.