L’EROS
MIMETICO DEL POETA PESCI i
L’eros del poeta Pesci è mimetico; individuo plastico che illude
e allucina, dissolve e manda ( o va) in estasi. La sua vita erotica è ambigua. Attivata
dalla pulsione nettuniana e masochistica
occulta i suoi fantasmi fallici,
interpretati da figure intraprendenti ed energiche. Pasolini era dei Pesci, a pensarci bene.
Maria Callas era Acquario? La Magnani, forse, era Pesci. Il poeta Pesci, nella proairetica
anche fantasmatica della vita sessuale, ama spargersi, come se navigasse. La
poetessa Pesci, come yoni, è un pianeta immenso che ama essere esplorato o
occupato. Nessuna propensione per l’apostolato insignificante dei precari dalle
pulsioni voyeuristiche, d’altronde il suo maestro ideale dovrebbe essere il
punto di raccordo tra: 1) l’impulso feticistico di un uomo Vergine; 2) l’impulso
voyeuristico del Cancro, manco fosse Hemingway, che apprezza della Pesci, prima
di farsi poetessa e dopo che lui l’ha fatta, la sensualità quasi mistica; e 3)
il gusto del rischio dello Scorpione, che con la libido sadica che si ritrova
va a nozze con le pulsioni masochiste di una che crede ancora di essere la
fotocopia di Michèle Morgan.