Gian Giacomo Menon ▬ Meno di un giorno


MENO DI UN GIORNO
Queste 19 poesie sono state scritte a mano dall’au­tore in nitida e minuta grafia su altrettanti foglietti poi riuniti a formare un piccolo libricino bianco (cm 15,5x10,5) realizzato artigianalmente dallo stesso Me­non in copia unica, titolato Meno di un giorno e datato 1 gennaio 1994.

con te mia piccola terra
con te mia piccola terra piccoli campi piccolo fiume
piccola casa piccolo monte con te dove sono nato
piccola vita piccolo uomo con te e sarà piccolo il mio
luogo di te oh sarà breve il mio luogo corta
pietra corte radici corta erba che cresce in
soli non miei

mia terra vengo
mia terra vengo mia terra e tu madre mi attendi
tu erba mi copri tu cielo sei alto e lontano oh
mia terra odiata ed amata mia terra dove è
l’amore questo amore cattivo che mi esalta felice
che mi uccide con spade

mio amore mia terra
mio amore mia terra mi penetri spada e radice
erba nera sopra di me scura parola dentro di
me

dirò la morte
dirò la morte griderò l’amore vi chiamerò mie
spade ah spade d’amore di morte oh mie
spade felici mio anno felice miei giorni felici76

mio amore mia morte
mio amore mia morte e resta la morte di terra
oscurata resta l’amore di fulgido lume

è qui l’anno
è qui l’anno è qui il giorno era l’anno era il giorno
ed erano tristi conflitti e sono cuori pacificati
virtù riparate sono come era l’alba dell’anno di
un giorno felice alba di noi

foste terre felici
foste terre felici giorni felici foste carri con
fieni soli senz’ombra e furono cieli felici
nessun cielo più grande

ferito cuore
ferito cuore lunga lacrima amore violento e mai
no mai no giorno interrotto mai andare lontano
mai chiamare con rabbia

mai ritardo del giorno
mai ritardo del giorno la dissennata violenza
un fuoco di culmini oh mai violentare
ritardare nell’ora

sarà l’alba
sarà l’alba i lumi i princìpi e cominciate stagioni
saranno vomiti da balaustre ripostigli di cripte
maneggi di reti e sarà la lista annotata il
chiuso portone un occhio nell’ombra un ultimo
sguardo alla notte

lucenti eloquenti
lucenti eloquenti non fanali per perdite non
rabbie inclinate sul giallo ah non voi non voi
droghi malsani parlatori galanti non voi voce di
cani abbai che mordono il cuore

fuglio di barco
fuglio di barco notte dimenticata notte vissuta
senz’ombre e tu dove è la strada la
riva dove vengono i venti dove sono le
fughe

innestato caparbio cantatore
innestato caparbio cantatore di tavole ed è
l’inno superfluo sono note che richiamano
vite perdute lunghi respiri assopiti sono file
bambine innocenze scontri senza ragione

si aspetta come vento
si aspetta come vento in foglia di pioppo
come ora di riva come giorni d’antico comando
e andare in coraggio ridere liste varcare
nastri malati e sono i secondi sospiri i
respiri nascosti ogni lama d’ospizio ogni
tromba d’antonio

rovinò piano
rovinò piano disse piano la morte fu nel
suo anno e giravano lumi fra ombre girava
il suo cuore in insidie ed era una squallida
buca un’erba stecchita dove si aspetta la
morte dove viene la morte

scarto e scacco
scarto e scacco amor brado altalena di triste
oscillare scacco dell’ora scarto del giorno
vicenda senza tramonto un pianto che viene
e non piange

attonito in notte
attonito in notte piangente in notte e si domanda
ed è stata l’alba canora la promessa
dell’alba è stato in lume felice chiarezza
della virtù una ragionata ragione

e sta
e sta l’ambiguo pervicace di colpe dice esso
del tempo dei popoli dice vicende confuse
e non si discerne richiamo verità di parola
si va d’oltranza in oltranza e si remiga
ciechi

ahi bosco
ahi bosco e pozzanghera ahi la vista cattiva ed
ahi l’insistita parola che passa e ritorna
prece e comando tristezza dell’ora che muore

da !Gian Giacomo Menon, Geologia di silenzi e altre poesie, ed. Cesare Sartori, Anterem Edizioni, Verona 2018

gaudia 2.0 ringrazia Anterem Edizioni e Flavio Ermini per l’autorizzazione alla pubblicazione delle poesie di Gian Giacomo Menon.