Il
punto indicato per il ritrovamento del giovane poeta
è anche quello denominato “MeisterPunkt”
│©
photostimmung blue amorosi
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La
Confettura di Pume d’Ainë ░
Al Maestro dello Spirito che vola nella
Controra questo ho da dire: ancora oggi il giovane poeta addenta le pume di
giugno, non certo quelle del Giardino dell’Arancia di Mia Nonna dello Zen, che
erano ineguagliabili non solo per la vitamina
A ma anche per il tannino e i Sali potassici che ostacolano, lo sa, il Maestro, no?,
la formazione dell’acido urico, e anche per gli acidi fosforico, gallotannico e
caproico. Il giovane poeta è sempre un soggetto un po’ vagotonico, ha il
sistema nervoso molto sensibile per via
del suo nervo pneumogastrico che lo fa essere ansioso e oltre ai disturbi
respiratori può a volte incorrere in periodi di stitichezza spasmodica correlati al restringimento della pupilla e
all’allargamento della fessura delle palpebre;
e allora quando arrivava giugno, e quando ancora arriva, il giovane poeta cerca
il beneficio delle pume di giugno anche qui nel Pantano, tra la Torre Saracena
e l’effettivo Pantano, che è dovuto in primis alla sotterraneità del delta del
Satanasso, d’altronde dove potevano custodirlo il giovane poeta, quell’essere
così plutonico, se non in questa diabolica porzione del mondo e dell’umanità?
La puma, ancora oggi, nonostante il precetto del Maestro dello Spirito che vola
nella Controra, il giovane poeta la mangia cruda, allo stato naturale, quantunque nemmeno i porci lo
facciano, e adesso il giovane poeta è qui più prossimo al territorio della
Grande Troia e , per gli effetti delle pume, piscia che è una bellezza,
addirittura ancora gioca al getto più lungo, d’altra parte la pulsione
uretrale, quella che Leopold Szondi chiamava
pulsione “e”, non è proprio quella che fa pisciar versi ? Se fosse stato
ancora a mangiare le pume del Giardino dell’Arancia, nel Foglio Trebisacce 222
IV S.O., IGM 1949, al punto 33SXE298133, con quel bel fantasma dal Maestro
sobillato dei porci e della Grande Porca, si può dire che la lussuria del poeta
sarebbe stata dello stesso livello che la vicinanza alla Grande Troia gli ha
permesso di raggiungere? L’altra volta
al poeta venne quasi da piangere quando, scrivendo “Giardino dell’Arancia”, gli
venne
fuori “Giadin”, che, manco a dirlo, è dove nacque Marguerite Donnadieu,
che è allora per questo che quelle pume eran così uretrali, non solo per via
dell’abbinamento all’origine della scrittrice francese ma anche per via del
fatto che avesse lo stesso cognome dell’altra nonna del poeta; poi, all’effetto
Satanasso e Grande Troia, avendo costretto il poeta a sopravvivere qui, nel
Foglio Torre Cerchiara 222 III N.O. , IGM 1943-1958, al punto 33SXE287105,
aggiungendo l’effetto “Duras”, che è il nome d’arte di Marguerite Donnadieu,
nel territorio della prigionia del poeta, guardato a vista dal Santuario di
S.Maria dell’Armi dal principe di Cerchiara, che, lui sì che ha l’albero con
tutte le ramificazioni non arrotate, ha tra i suoi ascendenti un o una “Duras”!
Marguerite Donnadieu-Duras: Acte de naissance |
:
Marisa Aino
in una photostimmung
di blue amorosi
per il blog
“Mia Nonna dello
Zen”
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[i] Cfr. Confettura di zenzero verde, in: Manuel Vázquez Montalbán, Ricette immorali(1988), trad. it. Feltrinelli, Milano 1992.