nell’arco delle gambe stringe un lento allargamento
sommesso e ottuso, un lampo bianco che tra i compartimenti
liquidi immerge l’ampiezza della terra, e la volgarità , e la
sessualità della terra che questo tuo equilibrio di credente
e mantide che ti fa la più maestosa amante che possiede
debitamente la sua una e trina proporzione di realismo,
spiritualismo e senso estetico perché è questo che il corpo
fa vedere questa superba musica della tempesta, raffiche
veloci e libere io vedo, che sibilano giù c’è questo forte
frusciare delle vette degli alberi, questo vento delle montagne
è il vigilante strumento che riempie il mio eretismo perpetuo
dal momento in cui la linea dell’orizzonte
ha ottuso lo sguardo ‘du spinnu
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