4.
tenendoti sospesa
sull’impalcatura con il corpo che
nell’arco delle gambe stringe
un lento allargamento
sommesso e ottuso, un lampo
bianco che tra i compartimenti
liquidi immerge l’ampiezza
della terra, e la volgarità , e la
sessualità della terra che
questo tuo equilibrio di credente
e mantide che ti fa la più
maestosa amante che possiede
debitamente la sua una e
trina proporzione di realismo,
spiritualismo e senso
estetico perché è questo che il corpo
fa vedere questa superba
musica della tempesta, raffiche
veloci e libere io vedo, che
sibilano giù c’è questo forte
frusciare delle vette degli
alberi, questo vento delle montagne
è il vigilante strumento che
riempie il mio eretismo perpetuo
dal momento in cui la linea
dell’orizzonte
ha ottuso lo sguardo ‘du
spinnu
5.
‘u ddrugu porta ‘a petra, e
‘a petra du truonu è il tuo
fuori-sintagma che col suo
lampo rende folgorante
il tuo corpo, la tua
picciunerja ha questo paradigma
più coperto perché sta
seduto, ma più inafferrabile
perché sta sospeso poiché è
seduto in alto,
è più iconica, perché è
bassa, è più inquietante e
il paradigma limpido perché è
alta e questa superba musica
della petra du truonu mi
riempie i crepuscoli e le controre,
la tarda mezzanotte e l’alba entrando nella mia camera
da letto
dove è un albero della Sila
la mia rarica ‘i filice giusta
e risoluta che dalla
tempesta, dalla bonaccia, porta a galla
umori e gonfia le onde mentre
tu lassù abbracci
il segreto di questo oceano che
ti sommerge
[In ammašcânte:"La carne del mondo"]
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