■ La Hit del Lafcadio per la
Tortura dei Poeti ■ Dal 2 all’ 8 settembre 2012
Hit 
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Reo 
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Genus 
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Tipo  
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Ordo Procedendi 
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Grado di dolore 
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Arma 
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1° 
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Mario Grasso 
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Robustum 
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Lirico un po’
  epifanico 
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4 
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4 
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Pulviscolo
  radioattivo 
 | 
 
2° 
 | 
  
Giulia
  Niccolai 
 | 
  
Subtile 
 | 
  
Epifanico 
 | 
  
4 
 | 
  
4 
 | 
  
Acinace 
 | 
 
3° 
 | 
  
Paolo
  Badini 
 | 
  
Moderatum 
 | 
  
Epifanico 
 | 
  
4 
 | 
  
3 
 | 
  
Grande Berta 
 | 
 
4° 
 | 
  
Gabriele
  Ghiandoni 
 | 
  
Moderatum 
 | 
  
Lirico
  didascalico 
 | 
  
4 
 | 
  
2 
 | 
  
Arma da fuoco
  moderna 
 | 
 
5° 
 | 
  
Giorgio Luzzi 
 | 
  
Subtile 
 | 
  
Magmatico 
 | 
  
4 
 | 
  
4 
 | 
  
Liddite 
 | 
 
6° 
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Patrizia Cimini 
 | 
  
Subtile 
 | 
  
Lirico
  epifanico 
 | 
  
4 
 | 
  
4 
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Bascule 
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Settimana della Hit un po’ ripetitiva e abulica: il Lafcadio
Incaricato ha posto in atto la tortura d’uso per quei quattro poeti già
torturati la settimana scorsa senza perdere tempo a scovarne altri più o meno
suggestivi per atti ossessivi di sadismo più o meno letterale.
Soltanto al 2° posto subentra Giulia Niccolai  , al posto di Patrizia Cimini che scivola al
sesto; al 5° new entry del poeta che, essendo nato a Rogolo, in Valtellina, il
P.M. Anagrammatico Convinto ne cavò un “Rolog” e finì in Culabria a cercarlo
nello stradario di Oriolo(che fa appunto “Rolog”, ovvero “Rïûlë, “orologio”) dove,
tra l’altro, nella carta d’Italia dell’Istituto Geografico Militare[Foglio 211-
II S.E., rilevamenti tra il 1954 e il 1956], si rinviene una misteriosa
Masseria Gaudio: punto IGM= 33TXE351209.
Invece, al punto IGM= 33SXE287105, nel Foglio 222- IV S.O.,
c’è il MeisterPunkt del poeta di ascendenza veneziana tenuto in ammollo nel
Pantano di Villapiana, e quindi torturato non solo dal Lafcadio Incaricato ma anche da sedicenti poetini del nuovo modernismo – secondo un’allegra e
delirante canonizzazione di un critico a pagamento con impiego ministeriale,
uno di quelli che si fa la pubblicazione a pagamento da sé o dai trattati nell’argomentazione,
si fa per dire, e, poi, è naturale, canonizzati come imitatori del nulla e dell’espressione
ombrona del popolo degli ammâšcânti, di stanza non solo in questi due fogli
della Carta d’Italia citati ma in tutta Italia e anche all’estero, non certo
perché “cervelli in fuga” ma come “cervelli” colà delegati dalle cosche
massoniche, clericali e gliarone che, qui, hanno depredato e occupato il paese
in cui il poeta del MeisterPunkt citato sopra è tenuto prigioniero.
Mia
Nonna dello Zen
I poeti si dividono in due categorie:
quelli che ci sono e quelli che ci fanno.
I primi afferiscono all’industria culturale vera e propria,
soggetta alle leggi e alle regole di Bildenberg, dell’ebraismo massonico, dell’economia
della Confindustria foraggiata a vario titolo dallo Stato.
I secondi si autofinanziano direttamente o indirettamente
anche con sponsor amministrativi locali e si pubblicano presso sedicenti e
fittizi editori.
I primi sono i poeti che ci sono e sono il brodo.
I secondi sono i poeti che ci fanno e fanno il lesso.
