maya desnuda © Stephen Markman markmanphoto.com |
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“Sono stata in collegio fino a sedici anni”.
Poi venne da noi, in edizione straordinaria, ma quasi in
sordina,
un tantino più brava, strizzava, allora, l’occhio ai giovani
ormai
stanchi degli abiti lunghi in raso verde, quasi sexy
volutamente
laminata, abituata ogni domenica a visioni di ulcere traforate,
a
doni insoliti, ovviamente a Natale, quel primo Natale tra
noi,
gaia invitante inquieta
già in linea elegante vista da dietro, colorata
elettricamente,
risultava spaziosa dinanzi all’albero
in sospensione posteriore
disponibile in bianco, la sera successiva
allora si scoprì
ricca e feconda di germi, cominciò a dire di avere l’orgasmo
voleva ritornare a Parigi(ma c’era mai stata?)
per dipingere
lo stremo, diceva,il fulmine, la sifilide,
il diavolo, già da allora belzebù…
Così dal quartiere di provenienza si trasferì in uno
residenziale,
uno spazio proibito, cominciò a farsi contaminare
voleva divenire una moglie straniera,
esplose
la solitudine, l’abitudine, la noia
senza alcun compenso a nord verso la Nigeria chilometri di
spiaggia deserta, intatta, la sua nuda spontaneità
meravigliosa
poteva fissare un reddito annuo medio di qualche milione:
un ns sogno giovanile, allora
aggrediva acerbi voraci spazi d’incredibile bellezza
più tardi necessariamente nel presente soprattutto per
esistere
spalancava emergenze maliose, abbandonò la famiglia
andandosene per una scaletta esterna, che collegava la sua
camera
al cesso, al portone…
Dopo i ritocchi dell’ultimo momento, non programmò il futuro
Anche se spesso diceva che un giorno o l’altro sarebbe morta.
In alto a sinistra, l’idea di avere una occupazione fissa
non la
Sopportava, preferiva rilassarsi in una vasca da bagno.
[Æ:
V.S.Gaudio, da “Maya solemnis”(1973) in:
Idem, Lavori dal desiderio, Guanda,
Milano 1978]
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