La corda e la voce qui
tire bouton
by v.s.gaudio
La
corda, che ha in sé l’anima e il nodo, e la voce che intreccia e lega, mi
verrebbe da dire che adduglia o tesa o fila, ma non so, al momento, se "in bando"o "a collo" o "a mano a mano".
La
voce, quando è fissata o annodi, poi, quando un po’ cambia aria nel tempo, non
è detto che allaschi una carezza e poi tenda di nuovo il filo per farla più
pastosa.
Je
m’en souviens hiérotiquement (roit rue, croisement de cuisses en désordre, ou
en Dix Ordres, Transversale mit Wüstenei,
et des Grandes Oeufres Palatales achéferent la Minuit, correctement gênérées, en Galaxies Salivaires ou Ejaculatoires, tanto
per tirare la corda e restare senza voce dentro un testo di Emilio Villa[i]
, che, se vai a sentire, ha la stessa maledizione del brano musicale di Agnes
Obel, a un certo punto il testo implode per non esplodere, la corda e la voce
vengono sciolte.
La
maledizione è allora questa luce liquefatta senza aggettivi, così composta e
nominata, la corda è tirata, il poeta o l’ascoltatore scrive e la cantante
canta, disseminazione sottile esagonale o a losanga che déculotte-toi ou
guillotte-toi là, thalame à la Folie-Tact et à l’Occlusion Dorsale, thalame d’exprit
Saturnale.
Exagonal
Boiled Shrimpenis, hot hot, dal lato di chi scrive e ascolta; ton démon qui
pousse qui tire bouton, ton trou-trou, disséminé sur le thalame, l’attentre du
Trépan, l’espace gémissant, dal lato di chi suona e canta.