DI GUAPPO E ALTRI ANIMALI
2Ha
dato più lui alla storia del paesaggio partenopeo e particolarmente del suo
mare ricco di suggestioni per la presenza incombente e minacciosa del Vesuvio
ma anche per l’infinita varietà di pesci che lo popolavano di quanto non siano
riusciti i pur autorevoli cantori della napoletanità che si sono succeduti in
quel mezzo secolo.
Merito
di un nitore e licore che è dato leggere già nei suoi occhi: più quelli di un
bambino che di un adulto. Doveroso dunque l’omaggio resogli da Mondadori con il
Meridiano dedicatogli ed altrettanto ineluttabile la pubblicazione di Guappo e altri animali dove la pietas
per il più debole, il più bisognoso di solidarietà umana traspare con tanta
evidenza (senza alcun artificio linguistico) da toccare il cuore prima ancora
che la mente.
La
lettura del relativo libro è un tuffo nell’età dell’innocenza, un balsamo per
gli occhi i quali sono portati a frugare tra le pagine o le singole righe alla
ricerca della scintilla necessaria per accendere le pulsioni mentre la fantasia
naviga sull’onda dell’emozione.
Emblematica
di tale sentimento di partecipazione al dolore per la privazione della libertà
(sottratta al regno dei cieli) è sicuramente la storia del polpo ristretto
nella vasca dell’Acquario di Napoli, vista come una prigione ed altro infatti
non è. Ma non mancano accenti di semplice stupore per la nascente perentorietà
dell’amore puro durante la prima gita in barca con a bordo due ragazze per una
delle quali il La Capria
per poco non finisce in trance; né difettano digressioni di puro stampo
artistico e architettonico quando per la prima volta, portato a Roma da
circostanze avverse scopre la mutevole grandezza del Colonnato del Bernini.
Ignazio Apolloni