La macellaia non è del paese dell’orrore
by
Gaudio Malaguzzi
Non c’è dubbio
che ci sia un mondo invisibile, come ebbe a scrivere Woody Allen. E non c’è
dubbio che ci sia un paese dell’orrore, e questo sia quello in cui è stato
formalizzato l’atto di nascita del poeta.
Di avvenimenti inspiegabili e
raccapriccianti ne succedono di continuo, altrimenti Freud dove l’avrebbe preso
l’Unheimliche? Un uomo fa una carneficina e dice che è stata una voce a
insufflargli l’atto di esecuzione; un altro se ne va in Irlanda e per non aver
fatto scacco matto trucida l’avversario e afferma che gli ha mangiato il cuore,
invece, grazie a Dio, era solo il polmone, e pensare che era andato lì per
imparare la lingua, e che cazzo se ne fa un siculo cannibale della lingua
irlandese? E allora, ci si chiede, perché non gli ha mangiato la lingua al suo
avversario? Un terzo si sveglia e si
ritrova in mutande in Vaticano, e lui pensava che era in metropolitana per il
giorno delle mutande, ma il perturbante sta nel fatto che, a guardare le foto
di quel giorno in metrò, ne avessimo visto una di fighe in mutande come Dio
comanda, ma quale La Perla e L’Agent provocateur, tutte mutande, manco Sloggi,
in cotone allentato dal viola pallido al rosa bibita al verde indefinito della
palude nel pantano di Villapiana!
Quanti di noi, la mattina dopo, hanno
provato un senso di vergogna? Cosa c’è dietro questa esperienza dell’andare in
mutande in metropolitana, come mai non è
ancora uscito un libro che , riferendosi a ricerche in merito fatte come minimo
dai reparti sociologici delle Università che, per fare un corso di italiano, a
sette studenti di lingua madre inglese, indicono un corcorso internazionale e
lo fanno vincere a un italiano a cui gli fanno fare il corso per un solo anno
accademico, mentre gli altri sette del dipartimento fanno la battaglia dei
Gesuiti via e-mail e la banca di stato di quell’isola che gli deve accreditare
lo stipendio chiede, tramite lo Ior, delucidazioni sul precedente conto che il
soggetto aveva con Bancoposta? E, appunto, dopo aver rovinato la vita
familiare, e tenuto prigioniero nell’isola quell’italiano, lontano dal suolo
patrio, cosicché la compagna potesse provvedere a posizionare meglio il cavallo
di Troia, ci danno questi risultati scientifici sulle mutande mostrate quel
giorno in metropolitana? Per fortuna, quel paese dell’orrore, in cui c’è l’atto
di nascita del poeta, esiste ancora, ed è quello il paese in cui, è questo che
divulgarono nelle cronache, avvenne che un giorno una donna,avendo rinvenuto il
padre in due pezzi davanti casa decise che era meglio inscatolarlo e quindi,
comprato un ceppo presso il locale rivenditore di legnami, con un’accetta
ottenne tanti pezzi quanti potevano essere stipati in sette, otto scatole, che,
naturalmente, aveva preso dalle scatole svuotate di un locale supermercato, vai
a vedere magari erano scatole che all’origine contenevano insaccati, ma l’orrore
è che questa attività di macellaia, nonostante ci siano italiani che vadano in
Irlanda che per imparare la lingua mangiano il polmone del locatore e che, a
conferma che la lingua non l’avevano ancora imparata bene, sono convinti di
avergli mangiato il cuore, la macellaia non era andata in Irlanda, né aveva
vinto quel concorso internazionale, con 120 partecipanti, all’University of
Malta, né si era ritrovata una mattina in Vaticano in mutande a fare un
prelievo al Bancomat e quella mattina era la mattina della Befana e come
abbiamo saputo la Banca d’Italia aveva bloccato tutti i bancomat del Vaticano e
allora, adesso, come faccio? Dove lo compro un coprimutande, una tonaca, se
qui parlano solo in latino?
Il paese dell’orrore, d’accordo. Ma la
macellaia, il macellato, forse anche l’accetta e il ceppo, e anche le scatole,
chi lo sa?, non sono del paese del poeta, sono di un paese italo-albanese, e il
paese dell’orrore è ormai totalmente occupato da tutti gli italo-albanesi
che,venuti a vari strati generazionali, dai loro paesini interni d’origine, si
son costruiti, lira su lira, sudore su sudore, sangue su sangue, la loro ennesima
abitazione nel luogo che oltre ad aver dato origine all’atto di nascita del
poeta si origina dal nonno del poeta, a cui, per orrore o errore?, gli tolsero
prima il cognome e poi lo tennero segregato fino alla morte in una casupola di
fronte a quelli, della sua famiglia di origine, che il cognome gliel'avevano tolto. Insomma, anche questo è un fatto di sangue e di macelleria.