Auricula
Recocta
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by V.S. Gaudio

Mentre stavamo gustando questo
piatto di pasta greggia, e mi dicevo che non è lo zenzero, perché qui a un
certo punto entra una sensualità tenera, col tocco soave, quasi analgesico, che
hanno le donne brune della costa, non solo cantabrica o di quella di Huelva,
come ebbe a dire Manuel Vázquez Montalbán; e poi, mi dissi, lo zenzero come faresti
a spalmarlo sul corpo di una longilinea come Fulù, che, essendo una canapiera
mancata, non diventerebbe mai una
canapicultrice, nemmeno in una di quelle Università della penisola
che, inventato l’artificio del cultore
della materia, misero su stabilimenti infiniti per la lavorazione degli esami,
i cosiddetti esamifici, tra corda e spago, canapuli, fibre, sostanze resinose e
semplici manufatti narcotici, indolori e stupefacenti…
Comunque, è un piatto pieno di
freschezza e di aggressione, non so se possa essere considerato un delizioso
piatto estivo, una di quelle ghiottonerie che gli umani possono mangiare in
costume da bagno, specialmente se con una tipa come Fulù, e senza nemmeno la
canottiera, anche se lei ha il pondus da canottiera, e l’anima, o l’animus,
così mi presento e le dico: non sono quel poeta trasgressore che tu pensi che
io sia, non metto la canottiera, che fa un po’ Salvatore Giuliano, ma, Fulù, io
ti adoro a vederti in canottiera sopra il costume da bagno, e poi tra
canottiera e canapiera si fa presto a finire sul canapè, che non è la fetta di
pane ma il divanetto con spalliera e braccioli, su cui, non son volgare, Fulù potrebbe
fare l’anatra che vola capovolta, o la canapiglia[i],
perché Daffy Duck a vedermelo trasmigrato in Fulù mi farebbe
senso.
Ciò che entra dall’orecchio,
Lacan, non è mai orecchiabile: è sì un segnalibro, questo è vero, e l’orecchietta,
che non sia solo pasta, nell’atrio del cuore, tra pomodoro e ricotta, agita l’oggetto
“a” anche con l’utero freddo come sembra
che sia quello di Fulù[ii]:
Nostradamus tirò fuori per questo tipo di femmina lo zenzero, financo a un
monaco postmoderno fu attribuito il cosiddetto cilindro infuoca utero, insomma
non è sbagliata la presenza della ricotta, dentro la ricottura del siero di
latte e l’omogeneizzazione della struttura interna raggiunta lentamente,tra caldo e freddo, come se l’oggetto “a”, metti
che sia il seme, anche di canapa, culminasse al meridiano, a sud, e, poi,
lentamente, si raffreddasse scendendo a
nord.
Insomma, finisce così: Philadelphia Pepper-pot[iii]
con una borsista yankee dai capelli rossi, specializzatasi nell’uso del quechua
nell’idioletto di Aurélia Steiner d’Ushuaia; Auricula Recocta con
Fulù, dai capelli canapini, dentro il sogno dell’oggetto “a” che lei rende
autonomo, libero, in cammino con la pulsione uretrale del poeta.
[i] L’Anas strepera, che è l’anatra, ma porta anche all’Anas di Ana, fiume della Spagna, oggi
Guadiana, che, per Sandra Alexis, venne a un certo punto nel paradigma esistenziale
del poeta. Ma, è singolare, è come se fosse la radice dell’anastrofe, l’inversione
di cui all’anatra che vola capovolta sul caban. Poi, di questo passo, si fa
presto a farne il piatto dell’anathema,
sia come offerta, ex voto, che come anatema, scomunica.
[ii] Non è impossibile che
Fulù possa essere originata da Fulix
o Fulica, l’uccello acquatico che è
la folaga.
[iii] Cfr. ricetta in Manuel Vázquez Montalbán, Ricette immorali, trad.it. Feltrinelli 1994: pag.48-49.
Auricula Recocta
by Marisa G.Aino
□ Orecchiette con farina di semi di canapa Gastronomia
Frost (Castellana
Grotte, Bari)
□ Pomodori freschi pelati a
pezzetti
□ Aglio
□ Basilico
□ Olio
□ Ricotta dura
Cuocere le orecchiette in acqua salata
per 10 minuti circa.
Scolarle.
Condire con il sughetto di pomodori
freschi, aglio, basilico, olio.
Spolverare con ricotta dura grattugiata.