|…|
Glielo dico baciandola, le labbra sulla pelle, glielo dico a voce
bassa, glielo grido, la chiamo dentro il suo corpo, contro la bocca, contro il
muro. A un tratto sto immobile, in un contenimento che mi fa gemere, non
ricordo più il suo nome, le comment à nom, e poi, tout bas, di nuovo glielo
dico con uno sforzo doloroso come se il dirglielo stesso fosse la causa di
questo dolore.
Le dico: Juden Aurélia,
Juden Aurélia Steiner.
Mi tengo all’entrata du combien di Aurélia Steiner, resto lì con il
glande, tempo con una cura estrema, goupillage che non abbia mai fine, ma sia
misura colma, le carambolage du limer. Puis je l’enconne, je lui
donne l’aubade, glielo metto tutto dentro, je le lui mets tout dedans, mon
braquemard.
Con un movimento lento, molto lento, inverso a quello del suo impeto,
j’entre dedans le corps d’Aurélia Steiner, dans le comment à nom, son histoire.
La lenteur, la lime, du
Cricon-Criquette nous fait crier.
Di nuovo, urlo i nomi, li ripeto piano, ancora.
Le dico ancora i nomi, glieli ripeto ancora, ma senza voce, con una
brutalità che ignoravo, avec un accent inconnu. Le comment à nom. O
como do nome.
Como è o teu nome?
O como do nome Aurélia
Pedregoso.
Como você se chama?
Eu me chamo o como do nome
Aurélia Pedregoso.
Le poète à cheveux noirs
était allongé sur le sol de sa chambre. Il la regardait.
Aurélia Steiner s’est
rendormie.
Puis elle a entendu qu’il
disait que ses yeux le brûlaient d’avoir regardé la beauté d’Aurélia Steiner.
Que son bateau partait à midi, qu’il n’appartenait à personne de défini. Que ele não era
livre de si mismo.
Ele se chama V.S.
Gaudio.
Ele não mora em Lisboa.
Ele não tem dezoito anos.
Ele escreve.
AURĒLIA JUDĒJA PEDREGOSO
Aurélia Steiner de Lisbonne
Aurélia Steiner de Lisbonne
Aurélia Steiner, quella che abita a Lisboa, non è
quella donna estremamente colta di Karachi che ha ancora due passioni: se faire
mousser le créateur e Maria Callas. E che mentre si rotola su sei tappeti
Bakhtiari ascolta un’edizione pirata della Fedora.