L’ammašcante rubapulle.
La Stimmung
di mezzo chilo con il Mondo
di Jolanda Insana
Fosse stato per l’incacchiatore
lustrastilemi o per il dialetto rubagalline
e la lingua scofanata, e anche perché
allupato amàsio di vernacoli non
lo ero mai stato, né mai poi ancora ci
mettemmo a farcela indringhete-ndrà
seppur per taberne e piole arronzammo in
oltremisura di strettura
il rubagalline che non parla assestato per
bocca dei poeti laureati
tra arci e altri monti, anche il monte
Bianco per via di questa città
che dentro ormai distribuisce a destra e a
manca
pillole per la sguaiata picia o rata
voloira
una sera feci una lunga pisciata a ridosso
di un muro
alla Crocetta e all’improvviso s’allumò
dentro
l’acqua e la pioggia e dentro la capa del
poeta
t’avrei riscritta nel By Logos la tua poesia[i]
in ammašcante per fare luce nell’acqua e
vedere
l’ammušcata pillola per la zoccola o lo
spirito
u cianciârùsu che è come un liquore che si compiace
in bei discorsi l’incacchiatore lustrastilemi
chissùtru
che parla e piscia per bocca dei poeti
laureati della
bottega , la cùria, o della banca, ‘u
còscu, pisciare
farebbe agghjagghjare, u puête ha
‘ggghjagghjàtu supr’a rota
il poeta ha pisciato sulla ruota, la
pioggia è ‘a wènza,
e l’orinale non può che fare ‘u wenzatùru,
certe volte si piscia nell’allenzaturu pur
essendo laureati, occhio sta per finèstra
e finestra è ‘a scursènta, fossi stato a
pisciare
alla Crocetta in un vicolo sarebbe stato
strìttuwa , quasi quasi come via Barbaroux
che se hai la cartina di Torino vedi che
sta
da tutt’altra parte il rubagalline che non
parla assestato
e si prepara a un’aulente squacquerata
le galline sarebbero pulle, il gallo è ‘u
pullu
pensa un po’ cos’è la polla, è lui il
sardânte,
il ladro, ‘u sardânte ‘i pulle, il
rubagalline?
La lingua scofanata, che c’era nella tua
poesia
nell’esperimento di By Logos che era la numero 22
e io non me ne sono accorto, l’ho visto
dopo
dentro ‘a scartoccia, che è il libro,
quando si
fece luce, muccùsa, sul mistero dei poeti
quella mattina ricordo che il mondo mi
parve
di mezzo chilo, menzu ‘mbrògliu, dicono i
quadarari, e allora dissi quant’è che pesa
‘u chjignu, per essere un maglio, ddrugu, o
cacafòcu,
fucile o pistola che sia, vuoi che non
debba essere
almeno nu ‘mbrògliu e menzu, anche se
dicono
che sia leggero come una piuma e che non
sia piombo
o câmpânâru, e nemmeno pietra, cuticchjune,
t’ho mai detto di quella mia amica
Furgiulia Cutucchjùna
che faceva la caggiurra a Praga?
Poco poco finisce che esce fuori che a Lyon
mi ritrovano l’altra
amica e parente che fa ‘a pìcara, così il
triangolo
magico è chiuso, lo sai che, a pensarci
adesso,
tu che eri il poeta numero 22 eri come la
carta del mondo
nei tarocchi, che quella mattina quando
ricevetti il
libro di By Logos pesava sì e no mezzo chilo[ii]?
!by V.S.
Gaudio
[i] LUI E LEI(IL DIALETTO
RUBAGALLINE E LA LINGUA SCOFANATA), la poesia numero 22, di Jolanda
Insana, in BY LOGOS, a cura
di Silvio Ramat, Cesare Ruffato, Luciano Troisio, Lacaita Editore, Manduria
1979.
[ii] Un po’ come questa Stimmung che è di 534 parole, che, vai a vedere, farebbe mezzo chilo, essendo Pound 453,59
grammi. Una Stimmung di mezzo chilo,
come il Mondo, che eri nel By Logos, eri la 22, non è poco, che è ccapi, e dentro l’anima ci capa, è più della libbra
di carne di Lacan per l’oggetto “a”.
è anche su lunarionuovo n.75
LUNARIONUOVO Rassegna mensile di scritture letterarie, fondata e diretta da Mario Grasso.