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V.S.Gaudio, Lavori dal desiderio, Guanda, Milano 1978│pag.29 |
Due
concrezioni del 1976
vivida
c’è questa possibilità di ordinare i toni
dalla funzione stessa che li definisce
la pertinenza della questione
c’è l’abitudine di questa fiducia
da accordare, una posizione che somma rigidità
e slittamenti
come quando stasera a sostegno della
competenza
chiara profondità che calma viene a riempire
all’estremo
un’astenia che non trabocca, non ha forza
per significarsi nell’insistenza di una
identificazione
che tenta il silenzio che ci rende consapevoli
che lei guida un’anima per non farla scivolare
per una china astratta
è vivido
l’equivoco che affina il probabile,
scalza c’è un’identità che a priori ha una
violenza
obbligo di una giustificazione che ci adatta
comunione talvolta nuda che persuade
aggredita dal vento nei capelli
identità sporca e bionda che ha un principio
che assolutizza
lo scetticismo di Protagora,
e quando c’è timore di nascondere la scelta
volge la schiena all’alba, persa di già nel
crepuscolo
che conta le presunzioni del reale
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agosto 1976, Pantano di Villapiana
*
se ne ha tempo
corrosa, docile fino ai piedi
come obbliga connessione, di opaca certezza
dal groviglio da cui tenta scopi e problemi
e introduce domanda senza esporre teorema
sensibile
completa semplice operazione che ne significa
pena
dall’organismo
da cui afferma l’equivoco della controversia
e ne assume espansioni, sostenendosi passato
a residuo di contesto
da dove incarta abbreviazioni definisce
fissità
lievi e fertili incertezze
dal foro dell’analogia Bradley cresce
(impiega
al fondo mancanza
ad
appuntarne parte da cui pratica
astrazione,
conducine senso fino al teorema contestuale
in cui
significa
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agosto 1976, Pantano di Villapiana
!da:
V.S.Gaudio, Lavori dal desiderio,
Guanda, Milano 1978│