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Bandiere al Vento, part. un Test di Vuesse Gaudio per "Donna Moderna" settimanale n.43 anno II Arnoldo Mondadori Editore Segrate 31 ottobre 1989 |
Il vento invisibile
e la bandiera
delle tre bisacce ▒
e la bandiera
delle tre bisacce ▒
Il vento ha una forza muta, e con essa la sua voce. Questo
scrisse Canetti e questo scrissi a Essa:
il vento è invisibile, un po’ come te, e lo sapevi che negli inni vedici gli
dei della tempesta, Marut, compaiono
sempre al plurale? Sono tre volte sette, o tre volte sessanta, e io vissi nel
paese del vento, per le tre bisacce, che poi, a ben misurare, erano sei e il
ciuccio era quello di Salvatore Giuliano, e quei venti, scrisse Canetti, erano
fratelli della medesima età, abitavano tutti nello stesso luogo ed erano nati
nel medesimo luogo, come gli ombroni, che, però, sono cugini della medesima
età, che abitano nel medesimo luogo delle tre bisacce, che sono sei, e sono
nati nella diocesi del mostro di Sibari che scuote i monti, abbatte gli alberi
e si avventa nel bosco del Torinese come elefante selvaggio fuggito dal
medesimo circo Orfei. Il mostro di Sibari allora si chiama anche “Cantore”, e
come un bardinellista, o un camminante, ragazza mia, dissi a It, è possente,
furibondo e terribile come leone, ma anche allegro e pronto al gioco come i
bambini di Sibari o i puledri degli zingari di Cassano o di Avola. L’equivalenza
antichissima tra il respiro e il vento è
come l’io, nella poesia dei Novissimi,
che per l’intensità del respiro, pur essendo invisibile, presto si trasforma in spirito che giunge
mugghiante come tempesta, esercito selvaggio, e niente ha a che fare con quello
di Tel Quel. E, dissi alla ragazza
chiamata It, lo sai che le bandiere sono vento reso visibile? Canetti: sembrano brandelli di nuvole, più vicini e più colorati, tenuti fermi,
sempre nella medesima forma. V.S. Gaudio: alle poste, al municipio, alla
stazione ferroviaria, alla pretura distaccata da quella Circondariale di Castrovillari,
alla caserma dei Carabinieri delle tre bisacce, che non è in provincia di
Palermo. Essa, le vedi? Esse davvero
impressionano quando sventolano. I popoli, e le nazioni, anche quelle che
commutano come se fosse un rogito notarile il regno in repubblica, quasi potessero
ripartire il vento, si servono delle bandiere per contrassegnare come propria l’aria
sopra di loro. Anche il bosco, la foresta, è sopra di noi, nel bosco del Torinese, sopra di me, il dio della
tempesta, il mostro di Sibari, e tutti quei bambini abbandonati, tutti con un nome che è una bandiera che rende visibile il vento che là dentro passa, il vento delle
tre bisacce.
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!da: Corrispondenza
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