MACCHINA ⁞ Orlando Gaudio

InstantArt by Orlando Gaudio
11 aprile 2017
MACCHINA

La M dipinge la società, non come una copia, ma come Balzac, che aveva in sé un’idea di bella pittura;la A è dentro la leggibilità dell’haiku, che è possibile concepirlo grazie alla fotografia; la C raddoppiata e a due colori è il noema della foto e sul pavimento è cinema, e, addirittura, così fatta e doppia, sdoppia la finzione, è una messa in scena; la H dà l’impressione  come l’haiku che ciò che è enunciato (MACCHINA)ha avuto luogo, effettivamente ed è contingente all’istante, e potremmo lasciarlo lì come istante in rilievo, che non è vero che non ritorna più, è l’istante della MACCHINA, che, avete visto?, leggetela: non ha la R di ruota, e ne ha 4, sembra il 4 quella H; la N è veloce, cinematografica, sequestra la affidabilità della foto, che è tutta nella ultima A: “ È stato” anche il cinema, è tale, si duplica come la C, si percepisce, d’un tratto, è evidente che così il mondo, il Notevole, può essere diviso all’infinito. La I è per la metonimia estrema, vicina o aderente alla sottigliezza, estrema, dell’haiku: è l’istante in cui il segno, un pezzo di linguaggio o mondo suddiviso, viene posato, deposto, indicato.