░ E’ tutta colpa dei poeti dialettali…e
della manomorta a bari!
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Natasha Romanoff |
Durante la mia
passeggiata di mezzogiorno, stranamente da un po’ di tempo non ho più pensieri
morbosi. Ad esempio, se prima c’era l’arco temporale in cui, un giorno sì e i
due seguenti anche, non facevo che avere pensieri morbosi su Uma Thurman come
Beatrix in “Kill Bill”o sullo sguardo che ha sempre Scarlett Johansson, anche
quando addenta un pezzo di pizza, per non parlare di come, a un certo punto, si
gira a guardarmi quando fa Natasha Romanoff; adesso, niente, nemmeno una gnocca
separatista mi tirerebbe su l’oggetto “a” al meridiano, tanto che Lacan, che di
queste cose se ne intendeva, oggi mi dite come li farebbe i suoi seminari nei
freddi inverni della Paris degli anni cinquanta e sessanta? Ma una gnocca
separatista chi mai potrebbe essere?
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non è S.Schimperna:
è l'attante Eleonora Charont
che il 24.5.18 manda l'immagine
come se fosse relativa a se stessa
a V.S. Gaudio |
L’ex ministra senza portafoglio e pro
tempore, mi pare, la Brambilla di qualche anno fa o Susanna Schimperna al tempo
di “Blue”, che non mi risulta che sia mai stata separatista(anche se per quella
storia dei piedi in tv lo stivale insorse…o risorse?) , però, questo è sicuro,
è quella che ha recensito, per “Blue”appunto, il mio bootleg sulla manomòrta(l’editore
un separatista della Tuscia ? però
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V.S.
Gaudio
Manualetto
della manomorta
Viterbo 1997
Stampato
dall’editore bootleg
a
Rossano Calabro(Cs)
in
una tipografia chiusa
|
stampava dai separatisti calabri…), che ha
dentro un capitoletto su Bari, di cui Merlo riferisce come città odiata a nord
e a sud[E però, nella cartografia delle
microsecessioni, rimane povera e sola anche “la viziosa Bari”, odiata quanto
Roma dai sanniti, dai salentini e dai maldauni: “la Bari mangiasoldi”, “la baia
a luci rosse del sesso, della malasanità, degli scandali e delle mazzette”. A
parziale risarcimento, nella cartografia macrosecessionista, Bari diventa
laboratorio.].
E andando più sotto,
quando riporta che i libri che fanno testo per il separatismo salentino sono quelli di Aprile e Patruno,
tanto che , anche a marzo, a uno che non ha più pensieri morbosi gli viene in
mente il Finocchiaro Aprile del separatismo siculo accomunato a Salvatore
Giuliano, che, poi, stando alle ricerche storiche di Tranfaglia e Casarrubea,
sembra che fosse di casa in Puglia tra gli anni quaranta e cinquanta,
ancorché fosse più di casa in Calabria,
la regione di riferimento del famoso principe nero Pignatelli di Cerchiara, che
è, appunto, il paesino calabro cosiddetto della “timba”, dove, è da dire, fanno
un pane casereccio che quello di Altamura gli fa un baffo. Ma non si vive di
solo pane, come disse il poeta, e , per chiuderla con questa tiritera, voglio
dire a Merlo che la colpa del secessionismo è dei poeti dialettali, di cui,
tolti tre o quattro, tra i
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Mario Grasso, Crucchèri, S.Sciascia 2002 |
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quali Mario Grasso (gallo-italico di Catania-Acireale;
tipo: a Bronte non c’è solo il pistacchio, c’è l’intervocalicazzazione della
“d”: “reci” per “dieci”) e Tonino Guerra(Sant’Arcangelo di Romagna, in cui la
dittongazione originaria non è più riconoscibile, ma capita anche di non
distinguere più il singolare e il plurale come a Modena: “quest”, “questo”; che
ci metti la “i”? sì, ma in mezzo: “quist”, è l’incursione gallica?), che dire?
Mi viene sempre da pensare, questo sì che è morboso, a tutte le lingue e i
dialetti che ad esempio si parlano in America e che se, laggiù, si mettessero a
fare poesia dialettale come la fanno qui da noi, cosa succederebbe? Malta, in
questo, dico, per le tre lingue, che non si sa che, stando a Paul Ricoeur,
cultura potrebbe condividere, è emblematica :la lingua materna quale sarebbe?
Il latino? E allora la lingua straniera quale sarebbe, visto che, come scrisse
Paul Ricoeur, un popolo non può essere poliglotta; scopriranno mai che la loro
lingua( che quale sarebbe , il maltese, l’italiano o l’inglese ?)è una lingua
tra le altre? E perché allora in quell’arcipelago non si parla la lingua franca
che parlano a Tunisi ? E come cavolo è che a Gozo le hanno dato il nome
spagnolo visto che dovrebbe essere Gawdesh(leggi:”Gaudesc”), che, in italiano
sarebbe “Gaudio”? Quando uno fa il poeta dialettale a Malta che parla? Se vuole
fare il secessionista, basta una camicia verde o la canottiera di Salvatore
Giuliano? O si mette a scrivere poesie in albanese della varietà tosca, come
quello che si parla tra Piana degli Albanesi, Contessa Entellina e Palazzo Adriano, tanto che gira e rigira
salta fuori un quaderno di liriche di Salvatore nuostru che sì a Montelepre era
nato ma poi…gira e rigira le colonie albanesi sono meno antiche di quello
galloitaliche!? E parlando siculo-tosco,la breve storia di ‘ntrallazzu(vedi
C.Musumarra, Breve storia di ‘ntrallazzu, 1952)si allungherebbe e che moneta
verrebbe battuta? E le ricevute del bancomat laggiù poi le darebbero in latino
come le davano in Vaticano?
Ah, per Lino Patruno, che volete che vi
dica?, mi viene in mente il Lino Patruno dei Gufi(che a modo loro tra dialetti
e ballate locali uno li prende e li fa portavoce del secessionismo, no?), poi,
vabbé, lo so che è quello della “Gazzetta del Mezzogiorno”…che fanno a
Bari…e a Foggia s’incazzano di brutto
anche se le friselle, visti i pomodori che ci sono nel tavoliere, le mangiano
anche lì anche se è il Salento che è una
frisella…e si son scordati il Salice Salentino, che, tra acqua e sale, è un po’
come i pensieri morbosi che adesso non mi vengono su , come fai a bertelo quando la friseddra sta a quaranta gradi e tu
sei come nu pizzu calatu a mare?!
▐ Questo testo è stato pubblicato il 27 marzo 2014 sul blog di
Francesco Merlo come commento a→