L’[haiku] appartiene a tutti, e il [🏈rugby]?
I poeti possono fare, chiunque, degli haiku, ma possono giocare a rugby? Nell’haiku, disse Barthes, circola il [⌼Desiderio], ovvero è l’haiku che circola, gira, passa per⇢ il Desiderio, il poeta e l’haiku e il soggetto stesso; nel rugby, dov’è la [non-appropriazione]? Oppure: adesso: ⇢che tempo fa? ⇢Vento d’autunno qua ⊼-sopra l'equatore, e là ⊻-sotto ᛎ l’[Oikos], l’atmosfera, il punto dello spostamento della terra attorno al sole, il soggetto nell’haiku sarebbe in ⇢primavera, anche se attualmente c’è un’erosione mitica delle Stagioni, e allora: sto qui seduto ai bordi del campo di rugby, c’è il vento, e il virus di Wuhan continua a viaggiare:
Seduto
Sento il vento del libeccio
Meta d’autunno
L’estate, voi dite che il differenziale di pregnanza referenziale[< Barthes], e quindi anche il nutrimento dei romanzi[<Barthes], questi dell’industria editoriale[< V.S.Gaudio], possa essere catturato come assenza, catturato fuori, l’estate è più forte: trionfa fuori e preme, come questi che giocano a rugby e lì in mezzo al campo premono gli uni sugli altri, che è un modo di nascondere l’[Oikos]? O di fermare il cursore∢ che sposta la ♁ [Terra] attorno al ☼[Sole]? D’inverno fa più freddo, e c’è anche fango, e può nevicare
Il maestrale soffia
Gli occhi dei rugbysti
Scintillano
Voi dite che mi si è insufflato nell’orecchio il telecronista di chissà quale partita tra Rovigo e L’Aquila, nel mezzo del secolo scorso, con quella tecnologia di ripresa e di diffusione delle immagini, e la voce e la parola di quel cosiddetto parlatore?
Coricato
Sento la telecronaca del rugby
Camera d’inverno