Il
“per-me” infinito di Madonna le permette di sottrarsi allo sgomento della
conclusione; così come è il suo passo, questo muoversi a mezzopunto, a
“gocciolona”; sì, del Bonheur, del momento sospeso che, alla concisione, al
rigore e alla finitezza del passo legato, interpone la leggerezza del
camminare.
“Hap”
del “per-me”, për mua, che “happika” i significanti dell’immagine, la fa
centrare, la fa mettere a fuoco, permette lo scatto giusto:
come il
“punto e virgola”che apre e chiude lo scatto,il suo Hap, che è il momento del
“punto e virgola”, apre, appunto: hap, e chiude, questo aprirsi, questo
allargamento appeso; “happikato”, si potrebbe dire in un dialetto saraceno,
come appunto è appoggiato alla sua gruccia il punto e virgola; o il “punto in
alto” dei greci; che supporta apposizioni piene di sottigliezze; permuta
desideri e capricci; lustra quello scatto giusto sospendendolo eternamente e
rendendolo inconfutabile all’infinito; sorregge apostrofi ed enfasi, esitazioni
e ripieghi, rilassi e sospensivi.