L'operazione Mioriza di Luciano Troisio

IL PATAGONICO PATAVINO



Vabbè, io parlavo nel 1974 delle lunghe eterne pisciate di Edoardo Sanguineti, dentro il suo “Distiroidismo”, di cui a “Sindromi Stlistiche”, Forum QG, Forlì 1978: in una parola la pulsione uretrale del patafisico micromorfo. Adesso, da questi “Quindici alibi” di Luciano Troisio [Cleup, Padova 2011], ne tiro fuori, per ora, solo uno dei racconti: Operazione Mioriza, per suggerire a quelli del Domenicale del "Sole 24 Ore" un uso così ripartito: per “Calalù” di Donata Marrazzo la “Ciorba Taraneasca”, minestra alla contadina, ma, meglio ancora, la famosa insalata Mioriza ; per “A me mi piace” di Davide Paolini i crostini spalmati di burro ricoperti alternativamente, i dispari, di salame di Sibiu e, i pari, di caviale biondo di Manciuria che non è vero che stanca se abbondantemente irrorato di Murfatlar bianco, il più secco possibile e di ricco perlage; per “Ultime da Babele” di Giorgio Dell’Arti un dizionarietto da Mioriza a Gennarino di Nola, l’Hotel Perla di Mamaia, la famosa insalata Mioriza, il caviale biondo di Manciuria, la flessuosa Rodika, la periferia di Costanza, Pula Mea, il rotondo vino dei Carpazi, la Ciorba Taraneasca e la fuga audace dal ristorante dopo aver concluso la strepitosa Operazione Mioriza! Tanto per dire: è vero che è patafisico anche Luciano Troisio, è un normolineo endomorfo però ammazza se è uretrale e patagonico il patavino d’adozione!...

Commenti

vuesse gaudio ha detto…
Rifiuti insoliti urbani e rurali e il paradiso non perfetto
delle Antologie dei poeti

Quello[il racconto] dei Rifiuti insoliti , per la presenza di Vanni Scheiwiller, che era di origine salentina, se non erro, un po’ come l’ascendenza paterna di Luciano, mi ha riportato alla mente che a un certo punto del secolo scorso stavo “progettando” un mio libro con Annalisa Cima[d’accordo, nel secolo scorso, a quell’età credevo ancora che il “bagliore didonico” potesse far capolino, seppur di striscio, nel “cielo” dell’industria culturale…], ma poi, come sempre nel mio caso, non se ne fece nulla, o, meglio, se ne fece una assolutezza radicale del mio oggetto a che,anche così, va ad arricchire l’analemma esponenziale del fantasma quando passa al Meridiano, che è un po’ come quel culetto allo Zenit di cui al Ferdydurke di Witold Gombrowicz; c’è anche Sandro Zanotto e un riferimento a un’antologia di poeti dialettali da cui Zanotto venne escluso, e allora tiro dentro l’altro racconto Il paradiso non è perfetto in cui si parte “A Est di Bali”, una guida turistica a prezzo scontatissimo perché, assieme a quella delle Molucche, nessuno le vuole, e ci si ritrova a Ca’ Rezzonico per la presentazione di un’altra antologia di poeti da cui il Professore, ma non solo lui,addirittura Ruffato,non è incluso, tanto che, visto quanto mi è occorso recentemente, a proposito della “deriva genetica dei poeti” di cui si parla in “poetrydream.splinder.com” per “Spigolature n.28”, vi linko il testo di Gianni Sciummo [http://poetrydream.splinder.com/post/25126740/spigolature-n-28/comment/65140381#cid-65140381 ] e vi invito a leggere qui la mia aggiunta[→L’omogeneità dei poeti e “Topolino” ] che riguarda anche il sottoscritto(scusate se mi ci metto ma la “deriva genetica” insieme al “dispositivo di alleanza degli ombroni”, ma anche l’”isolamento da distanza”, sono i parametri, i fenomeni, che in questo secolo “postquaderno” stanno facendo impazzire la mia libido) e, manco a dirlo, l’autore di questi racconti su cui stiamo incollando il cursore del nostro oggetto a in questi giorni di quel che resta dell’autunno:
http://gaudiaduepuntozero.blogspot.com/2011/11/lomogeneita-dei-poeti-e-topolino.html