Edoardo Sanguineti a V.S.Gaudio: niente male, però...






Quando ancora, nel secolo scorso, anche i Novissimi scrivevano cartoline...


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IL GESTO GRAFICO EROICO-MISTICO DELL’ELLISSI SENSORIALE

L’intensità rapida della calligrafia, come sottogruppo di  Crépieux-Jamin, è correlabile con uno stile che in qualche modo concerne le strutture schizomorfe o eroiche , che dir si voglia, di Gilbert Durand, in cui è lo schema verbale del “mescolare” e del “separare” che è alla base dell’uso dei linguaggi secondi.
Nella nostra ripartizione fatta per Il Poeta e il Grafologo, Antologia degli Autografi, Ragusa 1984, i poeti col gesto grafico rapido, che erano il sottoscritto, Cesare Ruffato e Antonio Spagnuolo, potevano contare su dominanti come versatilità, esuberanza e originalità, dominanti ineludibili nella struttura poetica di Sanguineti.
In quella stessa ripartizione, Edoardo Sanguineti, con la sua forma se non naturale semplice, avrebbe avuto dalla sua anche l’elasticità e la franchezza; per la dimensione piccola, altro sottogruppo per definire il romanticismo o la finezza, l’ardimento o la minuzia, l’egocentrismo o la gaiezza, la precipitazione o il controllo di sé, il Novissimo sarebbe stato catalogato in compagnia del suo quasi coetaneo e amico torinese Giorgio Barberi Squarotti, un altro poeta il cui stile corre tra finezza e minuzia e tra mitezza e controllo di sé.
Per la continuità un po’ diseguale sarebbe stato insieme a Doplicher e a Jole Tognelli, che, in quegli anni dirigeva con Leonardo Sciascia e Mario Petrucciani, “Galleria”; ma anche accanto a Guido Ballo, dalla continuità staccata per dotarsi di intuito, sintesi, e far sottentrare nei versi l’angoscia o il ritmo sincopato della circolazione un po’ difettosa, fino ai tratti esitanti tesi tra agitazione e apprensione, che vengono fuori dominanti evidenti nella poesia di Luciano Troisio e Elio Filippo Accrocca.
La mimetizzazione fantastica o sensoriale che pervade l’assetto schizomorfo di Edoardo Sanguineti, e che è visibile nei poeti a grafia confusa o disordinata, come Bufalino, Ruffilli, Troisio, Doplicher, sposta ancora il senso verso una dominante che Gilbert Durand chiama “Digerente”, che, attraverso la sinestesia, connette la struttura schizomorfa e diurna di base con una struttura mistica e notturna, e quindi incentrata sul raddoppiamento, la viscosità, l’ellissi sensoriale.