[canoa prima del temporale]
«20 marchi di affitto imbarcazione
la settimana ? – : Be’, troveremo un accordo !» : fece una faccia scema, ma poi
consegnò la pagaia. (2 mandolini ridacchiavano nervosi sul terrazzo. Al cono
misto ci fu venticello da nord-est; e la sua gonna volle tirarla bruscamente a
me : brava la gonna ! Ma la cialda a quadri andò in frantumi giusto sotto i
suoi dentoni, e allora lei mi avvinghiò da lì con gli occhi, muta, la bocca
piena di gelida dolcezza). –
«Siediti sul davanti !» – Già s’era sdraiata, in pulloverino azzurro,
strigliata e avidissima di scoperte : «Guarda là !» – vidi soltanto i rebbi
lontani del viale dei pioppi; – o forse il canneto dove lingueggiavano
scompigliati i piccoli gagliardetti verdi ? «No : le nuvole là !»; ah, le
nuvole; e le onorammo partitamente per forme e colori meridiani : una sdrucita,
una gibbuta, una gonfia, una a pallone, una magra impiccata : giocondi
sventolano, ragazza, i tuoi nastri d’idrogeno ! Due uccelli a collo lungo
ballarono insieme alti nella luce; i giunchi rabbrividirono in avanti;
risollevai la pagaia, e macinai lento acqua scintillante.
Tuctuctuctuc : «Dev’esserci una barca a motore sul lago» (lo disse sprezzante).
E si annodò più volte l’acqua grigia attorno al polso prima di mormorare oltre,
come una voce dal lago. Lasciò anche galleggiare le dita a lungo lì vicino, che
ciascun dito tracciasse la sua esile scia.
Sulla destra tremolò come di lidi : alberi di fumo soffiato; il trapezio
brumoso di un tetto; ombre volevano infilarsi sotto getti di gas : dalla
torrida aria grigia l’idea di una costa.
Lasciarsi trasportare : le sue dita scrivevano senza sosta il mio nome
nell’acqua, tutt’intorno alla canoa, ogni goccia un puntino sulla i, dunque
chissà che trucco da ondina, finché le interdissi tali pratiche sospette. Il
sole ci marchiò cosce scarlatte (la mia fine peluria lì pareva ora biondo
chiaro). Tuttavia : vecchi omini-nuvola pelosi si rotolavano pigri
all’orizzonte ed emettevano rutti monocromi : non scarabocchiava l’assidua già
di nuovo a tribordo ? ! «Scrittura a specchio !» spiegò fredda e
stregadorabile, e chiusi per precauzione gli occhi (allorché poi li riaprii,
tutto quanto il lago era già pieno di svolazzi e sottolineature. Con aria di
rimprovero : «Vedi !». Ma la diaspra creatura si limitò a sorridere
imperterrita, e mi ordinò di pagaiare : «Vedere quanto ci mettiamo fino all’altra
sponda !»).
Sulla lastra d’acqua. Calor grigio. Smisi, e la posai di sbieco davanti a me,
finché la canoa si fermò. L’orizzonte ci ebbe nel suo astuccio piatto. Davanti
a me stava distesa muta una pellerossa chilometrica, le ossute ginocchia ad
altezza del capo, il mento sul petto. Grosse rondini passavano così vicino,
quasi che il nostro posto fosse vuoto, e noi non più presenti.
«Frena ! !» : un bombo andava inerme alla deriva agitando le zampette mosce; lo
«salvò» premurosa, e lo posò davanti sul legno : «Qui può asciugare.»
I barbatelli scattarono irrequieti. «Un’altra volta al largo !» («Nacanoooooa !
!» : grida di bimbi in barca a vela, e mani innumerevoli vogarono nel lago). Le
nubi a sud-est brontolarono e fecero gobba morta contro il vento che le
spingeva da dietro. L’acqua divenne grigia : «Meglio tornare ai patri lidi !»
Giunchi si presero per le pannocchie e fecero un breve girotondo intorno alla
canoa : «None; andiamo !». Dietro, il barile di nuvole rotolò un altro po’ più
vicino.
¨ [da: Arno Schmidt, Paesaggio lacustre con Pocahontas(1953), trad.it. Zandonai Editore trad.it. di Dario Borso]¨