La Hit settimanale del Lafcadio Incaricato
per la Tortura dei Poeti
Hit
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Reo
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Genus
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Ordo Procedendi
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Grado di dolore
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1°
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Maurizio Cucchi
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Medium
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4
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2
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2°
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Attilio Lolini
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Subtile
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4
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3-4
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3°
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Camillo Pennati
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Subtile-Medium
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4
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1
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4°
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Milli Graffi
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Gracile
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4
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1
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5°
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Ennio Cavalli
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Subtile
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3
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3-4
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·
In ascesa Maurizio Cucchi, dal 4° posto prepotentemente al 1° posto, questo genus Medium che, come ebbe a riferire l'Anonimo del Gaud, può essere anche, a seconda del poeta, genus Ordinario o Comune se non Mediocre, e però Ambiguo o Intermedio: non si direbbe, ma è il genus che più degli altri è caratterizzato dalle figure dell'antifrasi e della perifrasi.L'Ordo Procedendi con cui è stato curato in settimana è medio: esempio di tortura del Beccaria: "tenagliato".
New entry per Camillo Pennati, poeta dal genus Subtile e Medium e con un grado di dolore pari a quello di Milli Graffi, che scende al 4° posto: poeta sensibile, resiste poco alla tortura.
Son poeti, questi, sia il Camillo che la Milli, che si rifanno alla terza aria di Aristotele, l' eunoia con cui cercano di non urtare, non provocare e di essere gradevoli.
Ma basta per far desistere il Lafcadio Incaricato?
Stabile Ennio Cavalli, anche quello erotico(viste le Erosagonie di Camillo Pennati) di "Penthouse", al 5° posto.
· Camillo Pennati
· Sonetto: precipizio
Sognai di te che il desiderio
ti parlava a incombermi
avvicinandoti tanto
che ancor più indietreggiando
io caddi come da un precipizio
e così innumeri volte
fin quando non fui preso anch’io
ad imitarti e sorsi e mi appressai
colmando ogni distanza e di respiro e d’aria
e insieme accadde
che dal medesimo ciglio
a me stringendoti che mi premevi
precipitammo un tempo
e in ciò che mi destava.
(da: Camillo Pennati, La
bellezza sensibile, [già: Un gioioso
disporsi, L’Arte di, L’arzanà, Torino 1981, ora] in: Idem, Sotteso Blu,
Einaudi, Torino 1983)
· L’haïku che andavo figurando
Quando arrivasti tu
e tanto ci colmò la gioia che si formò di noi
l’haïku cui avanti ripensavo.
· Altro haïku non occorse
Di te vibrò la solitudine
e nel desiderato ricongiungersi dei corpi
altro haïku non occorse.
· Sulla spiaggia del cielo
Sulla spiaggia del cielo
sale con acquorei spruzzi la luna
a riaffiorarne il colore.
(da: Camillo Pennati, La
vibrazione del racconto, in: Idem, Sotteso Blu, ed.cit.)
· Camillo Pennati
il poeta di Erosagonie
il mio amico di quei favolosi anni di piombo a Torino,
quelli che si cenava insieme la sera e non c’era il Camst, che, negli anni
novanta, ci sarebbe stato a Bologna…
Io che non sono stato assistente d’autolavaggio, come Arthur
Bloch, che è l’autore de Le leggi di
Murphy, ma sono stato raccoglitore di uova come Arthur Bloch,ma nel pollaio
di mia nonna, studiando cosmologia come Arthur Bloch, capii di non potermi
godere nemmeno i diritti d’autore, non solo quelli derivanti dalla Disney
Company Italia,come,invece, ha fatto A.B., risiedendo a Berkeley in California,
laddove non ho potuto avere nemmeno rapporti con il PFA, che è la sola cineteca
di tutta la costa occidentale degli Usa, situata proprio a Berkeley, di fronte
al famoso campus universitario. Il solo luogo in America, al di fuori di New
York, dove è possibile vedere dei film non hollywoodiani. Perciò, non ho potuto
incontrare al PFA di Berkeley Martin Scorsese che andava lì negli anni settanta
a fare ricerche, e invece io stavo a Torino, dove, prima, ho visto un film di
Scorsese in un cinema d’essai, e dove, soprattutto, non è stato possibile che
diventassi amico di Coppola e Herzog che, invece, a Berkeley, sono, loro sì,
diventati amici. Io mi son fatto amico un poeta che di giorno lavorava da
Einaudi e la sera passava ogni tanto all’Arci tra le “grandi orecchie”
comuniste. Non mi sono potuto stupire nel vedere alla stessa tavola Robert
Kramer e Francis Coppola, il cineasta più povero e il cineasta più ricco, ma
lì, al PFA di Berkeley, succedeva spesso negli anni settanta. Cosa impossibile
né a Los Angeles, né a Torino. Al massimo, a Torino alla stessa tavola Vuesse poté
vedere Nico Orengo, anche se non sapeva che fosse marchese e russo per giunta,
e Sebastiano Vassalli; o se stesso con Pennati, che è già quanto dire,
immaginatevi, poi, se avveniva in un Club Ristorativo Femminista, altro
che Camst di Bologna e di Aprigliano(Cs),
dove, se non altro, tra una pietanza e l’altra, in sorbetto c’è la Cazzeide di Duonnu Pantu!
· (da Il Libro di Parrot. Per una parrottologia del fesso costituzionale, © 1998)·
N.B. Comunque, ad uso di quelli che le cose, anche se non
sono della Famiglia, le vedono, o, quantomeno, vorrebbero vederle, esiste un
mio testo sulla poesia di Camillo Pennati, forse il primo(e l’unico) di una
certa compostezza, se non altro perché composto tra psicoanalisi, logica,
linguistica e caratterologia:
L’ erotica di
Pennati come apprensione della
godibilità in “Lunarionuovo”, n.44 anno IX, Catania 1987.
Mi sorge un dubbio: questo mio testo è invisibile perché io
sono invisibile, o è invisibile l’autore di Erosagonie?
O, addirittura, è invisibile “Lunarionuovo”, che è anche logico, perché nella
fase di luna nuova la luna non si vede…
Anche se in quel numero c’era gente molto visibile: da
Luciano Anceschi, in un testo sull’onorevole poeta Ingrao, alla sua allieva, di
Anceschi, Niva Lorenzini, da Silvio Ramat a Stefano Lanuzza, da Giuseppe Conte
a Mariella Bettarini…e poi c’era all’ultima pagina una foto in cui apparivano i
poeti della Grande Famiglia di Milano, condotti però a Mosca dal terrone di
Acireale Mario Grasso nel maggio 1987: il già citato Giuseppe Conte, Milo de
Angelis, Gregorio Scalise, Maurizio Cucchi e Valerio Magrelli.
La foto, invisibile, li colse in quest’ordine, visibile.
v.s. gaudio
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