Di tutte le
meraviglie della natura, tolto l’albero d’estate
che è la più
notevole non solo per Woody Allen, vuoi mettere il cielosempre più blu di Rino Gaetano, anche d’autunno?
Il cielo che può essere sereno, chiaro, terso, limpido, trasparente,
azzurro e financo blu ancorché non sia coperto, grigio, buio, nebbioso
e nuvoloso, non è come il cinema
anche se è al cinema che si son visti i cieli sempre più blu
e non è come la città che ha sì la zona blu e la zona verde
ma avete mai visto un cielo sempre più blu commerciale,
o residenziale, o industriale?
Il cielo non è nemmeno come il mare che può essere
chiuso, interno, libero, territoriale, e può chiamarsi oceano
o pélago e ha dentro, su di sé, lo stretto, il canale, il braccio di mare
né il cielo può essere mosso o agitato, o caldo e freddo,
oppure potrebbe il cielo avere i movimenti del mare,
l’onda, l’ondata, il maroso, il cavallone, il frangente,
la risacca, la schiuma?
La schiuma e il cielo sempre più blu
la maretta e il cielo sempre più blu
il gorgo e il cielo sempre più blu
ma quello che mi toglie la parola è la stazione balneare,
Milano Marittima ad esempio con quel suo cielo fatto di pini
e di ombrelloni, non c’è un albero di limone, né una scorza,
o marmellate di diospiro, solo costumi olimpionici e pedalò,
sdraio e olio solare, e non siamo nemmeno al Poetto, né
ci viene qui a tuffarsi dal cielo Plousia Mekuόn,
che nel cielo sempre più blu è Faccia di Pernacocca,
l’Utrantìna ca’ natruzza, Idrusa de canduscio carosella,
Mulacchiona Adùnia, financo Betissa o Patissa cretina
la Formosetta credula pone ponge il suo arco
rosso tra le nubi sborrata bota
vola vola pietra specchio grido rappreso
e culmine che non rincula e ringhia
alla torre che geme,
e non ha Milano Marittima nemmeno il lungomare
come il cielo, né vi ho visto mai onde di oscillazione,
il cielo non ha stabilimenti balneari, non ha cabine,
né capanni o docce, non reca secchielli, palette e
formine, e neanche castelli di sabbia, non ho mai preso
il sole sul materassino steso nel cielo sempre più blu,
che per quanto non abbia fognatura sarà per questo
che non reca di tanto in tanto foss’anche a novembre
piogge di merda, né ha un buon albergo dopo la rotonda
in cui vestirsi da sposa e qui dar ricevimento, somministrare
un pranzo, un rinfresco, una torta e poi farsi una bella
zenzerata di nozze almeno fino al mattino di dopodomani
questa senza paggi, damigelle e testimoni e nemmeno il
parroco, o il sindaco, e altri pubblici partecipanti, in cielo
non v’è corredo né dote e nemmeno liste di nozze e bomboniere
né alimenti e spese di mantenimento e abiti bianchi
da sollevare con cura cominciando a scoprire
i corpi di Plousia Mekuón
che nel cielo sempre più blu
una volta è Saracina, un’altra è Plousia Mulacchiona,
Musulmana Mekuόn, Idrùsa, Zacchinetta utrantina
fin tanto che egli dichiarando “Tengo tutto”
e non si gioca in cielo e allora la carta che scopre
Plousia che è sempre la 23, il re di bastoni, e lei
vestita di corsaletto e di morione o solo col costume olimpionico
rosso si dispone al tuffo nel cielo sempre più blu
a gambe unite si solleva sulla punta dei piedi
dispone a 90° il tronco del corpo e fa volteggiare
le braccia aperte e distese tra la pecorina e l’anatra
che vola capovolta fa la Zacchinetta e vola nel cielo
sempre più blu a cavalcioni del poeta
ma con la testa rivolta verso i suoi piedi
nell’infinito preceduto da “cu”:
“Ojju cu mar”, “Voglio che mare”, o mar
Idrusa mulacchiona, ‘mpalata sull’arco do’ u culu,
cull’occhiu sale e scenne s’ennamora
o mar s’è riturnata a zacchinetta sfrega la conàcchia de Plueusia
s’è ripescato occuore, s’è tenuto nascosto tant’ammore
‘na pietra, ma no eras tù amor
la luz a cielo abierto non eras tù
el cielo más y más azul
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Leggi :
Plousia Mekuón di V.S.Gaudio
Plousia Mekuón di V.S.Gaudio
nel pdf di "Incroci" n.20, II semestre 2009: