La
struttura mistico-eroica nei Cantos
Il giallo
splendore del lamento ha affinità
con lo schema verbale delle Strutture Mistiche di Gilbert Durand non tanto per
l’esagramma di Li quanto per quello
intrinseco di Chung Fu: il penetrare del vento possiede la
veracità che concatena, tanto che pare che ci si debba convincere che la
rappresentazione nei Cantos sia invasa
dagli archetipi del Profondo e del Nascosto, tanto che a un certo punto e in
più punti non si può non meravigliarsi perché rispunta anche il Confondere come
schema verbale delle Strutture Mistiche, che è virtù di questa poesia sospesa
tra la 1a struttura del Raddoppiamento e la 3a del
Realismo sensorio.
La scrittura di Ezra Pound esprime in superficie
il segno Il risaltante, ma ha, in profondità, la Veracità intrinseca di Chung Fu, l’esagramma n. 61 dell’I
Ching:
il segno Li,
l’occhio, che guarda dentro il corpo, e vede il vento sul Lago. è l’immagine della veracità intrinseca:
al di sopra del lago soffia il vento e muove la superficie dell’acqua.
“Il segno Fu è veramente l’immagine di una zampa
d’uccello al di sopra d’un suo piccino. Contiene l’idea della covata”[i].
Il Confondere e il Penetrare[ii]
necessariamente si convertono sintagmaticamente con lo schema verbale
Distinguere delle strutture Eroiche, in cui il fuoco, il fulmine, come sintemi
o archetipi sostantivi, non fanno che vivificare, con la forza del luminoso che
è nelle procedure sintagmatiche di Pound, i simboli della struttura Mistica,
tanto che il lamento del giallo splendore, quando non si fa “canto di gallo che
squilla al cielo”, è il Gemere, come schema verbale sintetico del Sei al quinto
posto in Li, il segno doppio del
fuoco che divampa dalla terra verso l’alto.
Tavola A
Gli esagrammi
e le polarità delle immagini
Regime o
Polarità
|
Chung Fu
La veracità intrinseca
|
Li
Il risaltante
|
Struttura
|
MISTICA
|
SCHIZOMORFA
|
Schema
Verbale
|
PENETRARE
CONFONDERE
|
DISTINGUERE
SEPARARE |
Archetipi
Epiteti
|
PROFONDO
NASCOSTO |
CHIARO/SCURO
|
Archetipo
Sostantivo
|
LA LUCE
|
|
Riflesso
Dominante
|
DIGERENTE
|
DOMNANTE DI POSIZIONE
(vista)
|
Principio di
Giustificazione
|
Metafora vs Sineddoche
|
Illustrazione vs Metafora
|
Simboli
|
L’Uovo
L’Isola
Il Recipiente
La Gabbia
|
Il Sole
L’Occhio
(del padre)
|
Le figure
retoriche dell’impeto poundiano
La finzione, come figura d’espressione relativa
alla coppia espediente / realtà, ha un’espansione retorica che
investe quelle che Genette chiama “figure d’elocuzione”, quindi la misura
stilistica riguarda la scelta e l’assortimento delle parole alla base
dell’espressione dell’idea: epiteti, sinonimie, ripetizioni, allitterazioni, legami.
La finzione esce dal tempo sociale per
potenziarne alcune parti: ad esempio la forma
soggettiva dell’identità che scrive
e, quindi, l’interazione con l’altro
come oggetto che rifletta l’essenza della totalità storica, messa
apparentemente da parte nell’atto della scrittura.
La morfologia del testo si struttura grazie agli
assi sintattici principali che correlano la struttura, formale, dell’ordine e
quella della dinamica. Il testo, cioè, risponde dal suo tempo “biologico” al
tempo “fisico” che ordina gli avvenimenti e, quindi, al tempo “sociale”.
Il tempo “biologico” di un testo, deputato alla
finzione, ha innanzitutto una privazione storica in merito al tempo “sociale”
che attornia l’identità che scrive, ma la privazione storica non interessa la
competenza della grammatica; la variante tocca, in verità, i valori
semio-culturali di un altro contesto storico; una volta definito l’universo di
discorso, che in alcuni casi come in Pound può essere multiplo o pluritematico,
c’è da investire il tempo “fisico” degli avvenimenti: e qui l’istanza dell’identità
di percezione dispone l’atteggiamento del locutore,
la prospettiva e la messa in rilievo.
Ciò può essere rappresentato schematicamente,
mostrando anche la mutazione di matrice dei Cantos
rispetto ai parametri della finzione in poesia:
Tavola B
Decontestualizzazione
|
Figure di
pensiero
|
Immaginazione
(Prosopopea)
Svolgimento
|
tempo biologico
(contrazione rispetto
al tempo
sociale, privazione sincronica)
|
TESTO CON
FIGURA
D’ESPRESSIONE
Figure d’elocuzione
|
FINZIONE
Estensione (epiteto)
Deduzione (sinonimia,
ripetizione)
Legame
Consonanza
|
tempo fisico
(fusione
dell’atteggiamento
narrativo e
descrittivo; prospettiva con indizi di passione: cfr. l’uso del tempo in
esse, in Pound uso dei modi infiniti e al passato)
|
Temporalità economica
soggetta al
Figure di stile
|
Principio di
esuberanza
(= figure di
costruzione; in Pound: paratassi; illustrazione ambigua, da cui indici di passione)
Enfasi (enumerazione)
Accostamento (comparazione /
antitesi)
|
“Il fatto che la poesia di Pound rifiuti di
correlare i suoi enunciati secondo i mezzi tradizionali della metonimia e della
metafora, testimonia che qui la realtà della significazione ha preso il posto
del meccanismo retorico-grammaticale”[iii].
Come Osip Mandel’štam per la metafora dantesca,
così anch’io posso scrivere che se mi domandate che cos’è la metafora poundiana
risponderei che non lo so, “perché è scientificamente provato che si può
definire una metafora soltanto metaforicamente. Ma mi sembra che la metafora di
Pound [la metafora di Dante, se risponde Mandel’štam] simboleggi l’immobilità
del tempo, che la sua radice non sia il ‘come’, ma il ‘quando’. Quando Pound
dice come, sembra di sentire quando. Immaginate dunque un organo che
canti e urli [o per l’esagramma dell’I Ching, per Pound deve essere un tamburo?],
e nel quale, come attraverso un uscio socchiuso, siano entrati e si sono nascosti Abdel-Melik, Emir-el
Moumeni, Licurgo, John Pern, Socrate, Maometto, Edoardo I, Giustiniano,
Augusto, Tiberio, una copia della Divina Commedia e le Poesie di Heine, Pietro
Leopoldo, Liu Pi, Gengis, Hug Wen, Francesco Sforza, Horatio Gianfigliazzi, Il
Monte Paschale, Eriugena, Sir Basil Zaharoff, che è stato eletto presidente
della Geth Semane Trebizond Petrol, Kung, Zezena, Venice, Roberto Malatesta, Lady
of Ventadour e immaginate ancora che vi fossero già entrati in precedenza
Proserpina, Plutone, Giove, Zoe, Marozia, Madame Curie, Anchise, Van Buren, Confucio,
Vittorio Emanuele, John Adams, che scoprì l’inganno bancario, Ebridge Gerry, Mr.
Hancock, il Fujiama a Gardone e il Monte Taishan a Pisa, Milton, Mr. Graham in
persona, Zohanne da Rimini, che ha vinto il palio at Milan cum el nostro
cavallo e ne scrive che l’è suso l’albergo et domandane denari, Ulisse, Petracho
da Sant Arcangelo, Mozarello, che parte in Calabria e finisce sotto il suo
mulo, in fondo a un pozzo,Tiresia di Tebe, Gautier, l’occhio di Gautier sulla
massa tellurica di Miss Lowell. Dopo di che, l’organo [o il tamburo] acquista
la capacità di muoversi: tutte le sue canne, e i mantici entrano in una
straordinaria agitazione, e l’organo comincia a indietreggiare, frenetico e
furioso. Se le sale dell’Ermitage fossero colte da un’improvvisa follia e i
quadri di tutte le scuole e di tutti i maestri si staccassero dai ganci,
penetrassero l’uno nell’altro, fondendosi e riempiendo l’aria chiusa delle sale
di urla futuristiche e di forsennata agitazione pittorica, l’effetto sarebbe
paragonabile all’insieme dei Cantos”[iv].
L’impeto poundiano è come l’impeto dantesco
“inteso – sempre secondo Osip Mandel’štam – contemporaneamente come slancio e
come una cosa compiuta in sé […]: una composizione calligrafica realizzata con
i mezzi dell’improvvisazione. Le similitudini sono slanci articolati. Le parti
strutturali più complesse sono eseguite su uno zufolo adescatore”[v].
[i] Cfr.
il commento all’esagramma n. 61. Chung Fu in: I Ching, ed. it. Roma
Astrolabio 1950.: p. 251.
[ii] Tra
Confondere e Penetrare spunta sempre, tra le strutture Mistiche, il Discendere
che recupera dall’abisso, dall’isola dell’umiliazione, la coppa, l’uovo, la
barca dell’umiltà. Cfr. quanto scrive Sergio Perosa: «Se dunque […], nel
processo di un’immersione dantesca ed omerica nell’inferno della storia e della
situazione contemporanea Pound è passato per un’esperienza purgatoriale di
sofferenza e di dolore, ne esce avendo riacquistato, al di là di maschere,
ideogrammi, geroglifici, teorie, trabocchetti, […] una voce in prima persona,
diretta, individuale e persino melodica – la voce della poesia che parla
dall’abisso della sofferenza personale con accenti inconfondibili di
comprensione e sincerità umana. Il periplo è divenuto esperienza emotiva del
dolore, dall’umiliazione è nata l’umiltà (per raggiungere la purificazione,
secondo Pound, occorre aver ‘capito la natura dell’errore’)»: Sergio Perosa, Ezra Pound: per una visione d’assieme
(Maschere, epica della storia e dell’io), in: Ezra Pound a Venezia , a cura di Rosella Mamoli Zorzi, L. Olschki,
Firenze 1985: pp. 25-26.
[iii]
Giuliano Gramigna, “Questi volti fra la
folla” , in : Ezra Pound a Venezia,
cit.: p. 61.
[iv] Cfr.
Osip Mandel’štam, Discorso su Dante, in: Id., Sulla poesia, trad. it. Bompiani, Milano
2003: pp. 156-157.
[v] Ivi: p. 157.
[da: V.S.Gaudio, Ezra Pound. La Materia Poetica, ©
2005]
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