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Tra gli uomini civili, la bocca ha perfino il carattere
relativamente prominente che ha ancora
presso gli uomini selvaggi. Tuttavia, il significato violento della
bocca è conservato allo stato latente: esso riprende repentinamente il
sopravvento con un’espressione letteralmente cannibale come bocca da fuoco, applicata ai cannoni per
mezzo dei quali gli uomini si uccidono fra loro. E nelle grandi occasioni la
vita umana si concentra ancora bestialmente nella bocca, la collera fa stridere
i denti, il terrore e la sofferenza atroce fanno della bocca l’organo delle
grida strazianti. E’ facile osservare a questo proposito che l’individuo
sconvolto alza la testa tendendo il
collo freneticamente, in modo che la sua bocca viene a mettersi, per quanto è
possibile, nel prolungamento nella colonna vertebrale, cioè nella posizione che occupa normalmente
nella costituzione animale. Come se degli impulsi esplosivi dovessero
sgorgare direttamente dal corpo attraverso la bocca sotto forma di
vociferazioni. Questo fatto mette in rilievo l’importanza della bocca nella
fisiologia come nella psicologia animale e l’importanza dell’estremità
superiore o anteriore del corpo, orifizio degli impulsi fisici profondi: si
vede nello stesso tempo che un uomo può liberare questi impulsi almeno in due
maniere differenti, nel cervello o nella bocca, ma appena questi impulsi
diventano violenti è obbligato a ricorrere alla maniera bestiale di liberarli.
Di qui il carattere di costipazione stretta di una attitudine rigorosamente
umana, l’aspetto magistrale della faccia dalla bocca chiusa, bella come un forziere.
Georges Bataille, Bocca,
in : Idem, Critica dell’occhio, Guaraldi
1972: pagg.60-61.