Il sequestro del poeta e il 4° grado
non raggiunto con Kate Moss
Mezzo morto di fame,
il poeta V.S. piombò nel salotto dei suoi genitori, che lo stavano aspettando
ansiosamente insieme al maresciallo, o luogotenente come lo chiamava l’assistente
unep B1 dell’ex pretura circondariale che andava affiggendo sulle porte dei
poeti le buste con su stampato in grande ‘Stamperia Reale di Roma’, con dentro
un mezzo foglietto stampato dalla tipografia, inesistente, Baudano di Torino.
“Grazie per aver
pagato il riscatto, cari” disse il poeta.
Temevo di non riuscire
più a scrivere un verso.”
“Racconta,” disse il
luogotenente, così chiamava il maresciallo l’ex assistente unep B1 che amava
particolarmente l’Amaro Lucano di Pisticci.
“Stavo andando in
centro per fare le fotocopie dell’ultimo mio poema quando si ferma una macchina
e due editori a pagamento mi chiedono se voglio vedere stampato il mio poema e,
con un supplemento, far finta di distribuirlo a questo e a quello, tra i tanti
richiedenti e/o corrispondenti cosiddetti addetti culturali nelle varie
proloco.
Dico: D’accordo, per
prendere tempo, ed entro in macchina.
All’improvviso mi
hanno dato del GHB e mi è venuta un’erezione che, al cospetto, il famoso
orgoglio peyronico di Eric Berne non era che una piccola controfigura.
Poi mi sono svegliato
accanto a Kate Moss legata al letto con le mutande con la bandiera americana
anche se lei, da quel che mi sembra che mi abbia detto durante la
perlustrazione notturna, è anglosassone e non ama gli yankees, dice che ce l’hanno
sempre moscio, invece i poeti come te sono impareggiabili, così disse.
Il luogotenente
esaminò la lettera del riscatto.
“Cari Mamma e Papà, lasciate 50.000 euro in un sacco
vicino al cassonetto davanti casa. Se il cassonetto è pieno, vi prego, lasciate
il sacco a fianco del cassonetto. Sono trattato bene, vitto, alloggio, vino a
GHB, anche se Kate Moss è un po’ come il riso con le vongole dell’altro giorno,
sa di stracotto. Mandate i soldi subito, e un paio di confezioni annuali di
profilattici; se c’è qualche disguido nel prelievo e nella spedizione dei soldi
con vaglia postale telegrafico intestato a me o a Kate, fatemi un sms o una
e-mail. Vostro V.”
“Hai un’idea di dove t’hanno
tenuto?”
“No, solo che
continuavo a sentire un rumore strano fuori della finestra.”
“Strano?”
“Sì, ha presente il
rumore del passaggio a livello quando viene abbassata la sbarra e poi quando
deve essere alzata c’è qualcosa che non va ed esce il casellante incazzato che
dice: “N’ata vòtë…m’agg rùtt ‘u càz…Ma
avònë
ggiùstà ‘stacàz ‘i sbàrrë!”
“Hmmm” riflettè il
maresciallo. “E com’hai fatto a scappare?”
“Ho aspettato che
passasse il treno e l’ho preso al volo che là non ferma ed ero senza biglietto.
Il capotreno appena mi ha visto salire a bordo mi ha detto: “ Ti ho beccato,
figlio di puttana, adesso la finirai di viaggiare a sbafo!”
“Ma guardi – gli ho
risposto – che può darsi che sia davvero un figlio di puttana, ma è tutto a
posto, i miei avranno già pagato a quest’ora, li conosco bene quei polli!”
“Interessantissimo,”
disse il maresciallo.
“Adesso so che questo
sequestro era tutto una finzione. Credo che tu sia un complice. Altro che
poesia, sei in arresto.”
Come ha capito il
maresciallo, o luogotenente
come lo chiama l’assistente unep B1
della Stamperia
Reale di Roma
e della Tipografia Baudano di Torino?
Anche se il poeta
viveva coi genitori, lui pagava l’affitto per un appartamento nel suo paese di
nascita, costruito su un terreno appartenente a suo nonno, ad uno che veniva
col ciuccio da un paese confinante a vendere la carbonella per il braciere. Dei
sequestratori in gamba non prenderebbero mai uno che sta in affitto da un
ombrone perché non ha senso. Anche se, questo è vero, la Debicky il poeta se la
farebbe senza GHB, al contrario di Kate Moss che, per farsela, il poeta ha
dovuto usare una dose tripla di GHB, e poi si son visti gli effetti collaterali...
Lebenswelt di V.S.Gaudio con Woody Allen
Kate Moss by Rankin |
Elizabeth Debicki as Jordan Baker photographed by Hugh Stewart |