Lo sguardo del fallo

 
Lo sguardo, in questo fotogramma,  perché si vede vedersi il godimento, è verso l’obiettivo che si sta ascoltando la musica, perché la jouissance è come ogni figura femminile di Hans Bellmer, in cui l’oggetto a, che è lo sguardo, è il fallo che la sta riempiendo nella misura in cui il significante di deplezione del suo désir la sta simultaneamente vuotando.
L’oggetto a, lo sguardo, è come una delle grandi dimensioni del segno, quella in cui può essere letto in sé come una totalità di significanze, come una essenza, o, meglio, come una assenza, poiché il segno, e perciò lo sguardo, l’oggetto a, designa ciò che non è là.
L’oggetto a, lo sguardo del fallo, è sempre indicato da questa macchia, che fa da freccia, che ritorna verso il soggetto perché è il suo farsi vedere e che, nella foto, per il contrappunto che sta suonando, si converte in farsi sentire, che, come dice Lacan, va sempre verso l’altro:
la pulsione scopica commuta il “guardarsi nel suo membro sessuale”, che è sempre estraneo perciò è stupefatto lo sguardo, con l’ascoltare nel proprio sesso il contrappunto che quel membro  le sta suonando.
 
mianonnadellozen ha rebloggato gregorypecks