░ La suora svizzera buddista di Luciano Troisio

© the color blue photographed 
by Grace Adams



La suora svizzera buddista e la statua Kwan Yin
by v.s.gaudio

Nel capitolo 7: Deleghe di L’amore ai tempi del Pc[i], quando mi sono imbattuto nella suora svizzera buddista, pur sapendo che nel testo intransitivo asimmetrico-simmetrico del Poeta una delle preposizioni più in uso fosse senza e che, perciò, fosse in linea con l’uso della ragione corrente nello Zen, non nego di avervi cercato l’oggetto a, che sopravvive alla prova della divisione del campo dell’Altro attuata dalla presenza del soggetto, e che nell’esperienza buddista presuppone un riferimento o un collegamento con la funzione dello specchio.
Insomma, avrei voluto vedere una suora svizzera buddista come Kwan Yin o Kwan Ze Yin che è una divinità femminile, colei che considera, che va, che si accorda: narra Jacques Lacan che “In Giappone quelle stesse parole si leggono Kwan non o Kwan ze non, a seconda che vi si inserisca o no il carattere del mondo”[ii].
Avrei voluto – come lettore virtuale o tormentatore – una suora svizzera buddista che, come una statua buddista, avesse gli occhi né chiusi né mezzi chiusi, anzi di più l’avrei voluta senza questa fessura orizzontale, come la statua Kwan Yin senza la fessura degli occhi, “scomparsa nel corso dei secoli a causa del massaggio che le monache del convento, di cui la statua è il tesoro più prezioso, vi praticano più o meno quotidianamente, quando pensano di asciugare le lacrime di questa figura del ricorso divino per eccellenza”[iii]: del resto l’avrei voluta come l’intera statua, che “è trattata dalle mani delle religiose allo stesso modo del bordo degli occhi. La sua levigatezza è qualcosa di incredibile e la fotografia può darvene solo un pallido riflesso, un riflesso di quello che è, su di essa, l’irraggiamento inverso di qualcosa che dobbiamo riconoscere come un lungo desiderio diretto nel corso dei secoli da  quelle recluse su questa divinità dal sesso psicologicamente indefinibile”[iv], che se non fosse arrivata prima al meridiano del poeta, avremmo potuto pensare alla S (tra Soggettività e Santità) incarnata in una forma femminile della divinità se non la riapparizione stessa della Shakti indiana, principio femminile del mondo, anima del mondo e anche del poeta:
Fino all’anno scorso stava spesso in bikini
aveva la testa rasata
cosce possenti düreriane
erotica preda probabile
in ambito teutonico da flagellazione sado-maso.
 

Luciano Troisio
Locations, impermanenza
Cleup 2012



[i] Il critico ha scritto prima che il libro di Troisio fosse pubblicato con un altro titolo(Locations,impermanenza): questo è il terzo paragrafo del suo saggio  La poesia U Uang - Lü dell’Unico Asintoto  che, comunque, potete leggere integralmente qui: cleup.it/libri/pdf/GAUDIO ; poi: "La Battana" n.189, Rijeka-Fiume, luglio-settembre 2013.
[ii] Jacques Lacan, Le palpebre di Buddha, in: Idem, Il seminario, Libro X, L’angoscia 1962-1963,
trad. it. Einaudi, Torino 2007:  pag. 245.
[iii] Ivi: pag. 247.
[iv] Ibidem.