Il professore Sollazzo non è vero che non aveva
l’affare…
-Signor professore Sollazzo, mi dica – disse il maresciallo
che l’assistente unep b1 della tipografia Baudano di Torino chiamava
luogotenente – si dette diletto, sollazzo e gaudio con le sue studentesse ? E
quando le allietava, declamava la Divina Commedia, cos’è un nuovo metodo per
mandarla a memoria, ma avveniva a insufflazione anteriore o posteriore, o la
lezione cosiffatta è più – come dire? – propedeutica o cl isterica, se , a volte,
si capisce il portento veniva fuori più dal lato oscuro che da quello
dell’espressione, come dire?, frontale ?
-Ma no – rispose il professore del Sollazzo presupposto – anzi
le studentesse facevano sempre scena muta.
-E ci credo. Che voleva, che rispondessero pure
all’interrogazione? E cosa gli domandava alla fanciulla così escussa?
-Ma come cosa chiedevo? La interrogavo. Sono un docente, io.
-E l’alunna è un’alunna, lei. E non va interrogata mentre
viene posseduta. E come la possedeva?
-Ma cosa possedevo? Non possiedo niente, io. Non ho mai
posseduto niente, sono precario da una vita, cosa posso possedere? Uno canta e,
nei ritagli di tempo, insegna, e allora qualche soldo lo fa, anche a suonare la
chitarrina. Ma stando sempre precario, che mi metto a suonare, la tromba? Il
sassofono? Nemmeno il mutuo ti fanno. Manco una sedia posseggo.
-E dove si metteva, dove la faceva inginocchiare la posseduta,
come faceva, senza peli sulla lingua, a interrogarla sullo iotacismo greco,
quello della pecora che fa be-be e non vi-vi?
-Ma le ho detto che io non faccio fare be-be.
-Vi-vi? E’ per l’altra teoria della pronuncia del greco
antico? Va bene, si inginocchiavano loro. La sedia se la portavano da casa e se
era a scuola la sedia c’era, all’occorrenza si usava il banco, la cattedra, il
davanzale della finestra, e declamavano la Divina Commedia, come quell’attore
comico che – mi tolga una curiosità professore Sollazzo e Gaudio – cosa ne
pensa di quel comico che va in giro a dire, a declamare Dante, ma chi cazzo se
ne frega se la sa a memoria, la fa ridere a lei? A me, nemmeno sogghigno io…Ma
che comico è ? Ci fa ridere la Divina Commedia ? Lei ride quando quello dice
chitarrina, gnocca, bernarda, patonza, topa, insomma fa l’enumerazione della
fica, e lei la fa l’enumerazione quando fa genuflettere la studentessa?
-Ma quale chitarrina. Hanno certe vallioscure che solo a vederle uno non
declama l’Inferno di Dante ma fa tutto un corso sul Decamerone di Boccaccio!
-Ma professor Sollazzo e del Gaudio ma è finito il
romanticismo o alla sua scuola non si fa più Platone e che fine ha fatto
Giacomino Leopardi, e la Cinqueetti con “Non ho l’età per amarti e per farti
fare tutte le porcherie che non fai con tua moglie, depravato nozionista del
cazzo”?
-Ma innanzitutto è “Cinquetti”.
-Diciamo “Cinqueetti” noi che tiriamo la “e” , ma sempre
cinque cento grammi è. Che mi vuole fottere sul peso?
-Ma si figuri.
-Eh sì a lei piace professor Sollazzo dare sollazzo al
Pannocchino con ectomorfe e nessuna di queste stolidocefale, dolico, come cazzo
si dice?, che venga a declamare: “Non ho l’età” lascia ch’io viva un amore
romantico, insomma lo dico alla mia mamma, insomma cos'è successo a Recanati?
-E che ne so! Mai cantato a Recanati con la Cinquetti.
-Lei, oltre che Sollazzo, dovrebbe fare istanza al Ministro
dell’Interno per farsi aggiungere il
cognome “Vi faccio sbellicare dalle risate”…
-Ma…
-Ma, ma…insomma, nessuna ha mai detto “Non ho l’età”, vai a
cagare tu e la Divina Commedia, sono romantica, il gobbo mi fa impazzire per il
suo verso curvo , e più di lui tutta la letteratura francese dell’Ottocento,
vai a farla con tua moglie la Divina Commedia e vedi di declamarle l’Inferno
col…?
-No, niente di tutto questo. Sono poco romantiche le
adolescenti ectomorfe e se ne sbattono di Balzac, di Sarrazine e preferiscono
il chilo e mezzo piuttosto che il mezzo chilo, se proprio vuole saperlo, caro
il mio luogotenente, come la chiama l’assistente unep b1 della tipografia Baudano
che, a Torino, è tuttora inesistente. Neh?
-La moglie vostra è vagheggiata dal tal giovane, uno che viene
a scuola da lei; ed ella, sua moglie, l’ama e si dà piacere e sollazzo con esso
lui, con grande scorno di voi e della famiglia vostra, Straparola, Notti, e…avete più voglia di usare il
Ponnacchino vostro e a fargli fare il sollazzo a una fanciulla timorosa e poco propensa
allo studio della Divina Commedia?
-Ma che c’entra Straparola?
-C’entra e come se c’entra. E anche Gozzi come disse? Hai in
casa qualche cristianetta, e ti stai lì con essa a sollazzare e dalla fante, a
chi di te domanda, fai dì intanto che hai affare?
-Mai fatto dire alla fante che ho affare.
-No? Non ce l’ha l’affare?...Adesso, mi diventa pure eunuco, ‘sto
sollazzatore dantesco.
La dichiaro in arresto.
D!
Come
ha capito il luogotenente, che ci tiene a precisare che il luogo niente ha a
che fare con paradiso e purgatorio e nemmeno inferno per una metafisica della
Val Pelosa o di Vergigno o di Verona o del Bosco del Frignano, che il professore Sollazzo mentiva e che pur non avendo il doppio cognome del
Gaudio aveva pur sempre l’affare?
Perché, come disse quello che declama Dante e non ci fa
ridere, che l’affarino ce l’ha piccino così solo Ciriaco: “L’ha proprio un
affarino, Ciriaco, l’ha un affarino piccinissimo”, Sollazzo, dicendo
addirittura che non aveva l’affare, nemmeno un affarino, ma il bello, e qui sta
la verità, è che Sollazzo, dopo aver detto questo, si era addormentato e, in
realtà, il re che “era andato a dormire con la reina e avendo preso sollazzo e
giuoco, s’addormentò”(Andrea da Barberino, Aspramonte
), Sollazzo, per addormentarsi, aveva preso sollazzo e giuoco anche lui e
quindi l’affare l’aveva; per il Gaudio, poi si vedrà!
Lebenswelt di V.S.Gaudio
con Woody Allen