PERCHÉ IL DUBBIO?
Una storia
raccapricciante, ancora una volta: una delle tante che appaiono e scompaiono;
avvolte dall’oblio per essere quindi seguite da altre a ricordarci che c’era
una volta il massacro degli ebrei. Come niente, come fosse niente perché magari
non ci ha riguardato; o perché ormai siamo diventati indifferenti.
Perché non siamo più
capaci di indignarci? Eppure è accaduto, si chiama semplicemente Shoah. Un nome
tra tanti, inglobati all’interno di quelli che pronunciamo senza rendercene conto
perché la vita sta lentamente perdendo di significato.
Siamo massificati,
ossificati; insensibili agli accadimenti; rassegnati all’estinzione della
specie umana. Mai un urlo, un grido di massa a dire basta. Solo quando c’è un
nuovo sterminio si solleverà per un solo istante l’indignazione seguita subito
dopo dall’abulia più completa. La carne è diventata oggetto da macello e
l’introspezione è stata annegata nella melma.
Questa la riflessione a
leggere Il dubbio di Nuccio Pepe
edito da Torri del Vento: una foglia di albero prossima a diventare
definitivamente secca, da essere raccattata e buttata via nel ceneritorio (o
crematorio fa lo stesso).
Il caso vuole che da una
amicizia con un sopravvissuto l’autore scopra lentamente la curiosità – che
diventerà libido – di saperne ancora; di denunziare al mondo. E ciò con la
pacatezza di riflessioni e dialoghi improntati ad una rabbia rattenuta (e
commovente ex-cursus verso la rivelazione: la quale non è altro che il
ritrovamento di documenti ormai lacerati dal tempo ma ancora vividi in chi li
scoperse). Hanno provato a decrittarli senza però alcun esito tangibile se non
quello di lasciare dei dubbi. Dubbi sull’identità di chi li scrisse; sul cosa
ci sia scritto; quale il messaggio, e a chi.
Tutto nel libro avviene
per caso. È un caso che l’autore conosca e frequenti un signore austriaco: il
suo Virgilio il quale lo porta inconsapevolmente a conoscere l’inferno. Una
persona vocata e votata per virtù quasi divina, all’amore per gli altri,
chiunque sia l’altro; un esempio di altruismo missionario, da prendere a
esempio di dignità contrario ed opposto alla discriminazione. Una lezione di
alto valore, civile, etico e morale, dunque un messaggio: forse l’ultimo della
annunciata prossima catastrofe.
Un libro che si legge di
un fiato che però lascia tracce indelebili in chi sente l’urgenza di uscire
dallo stallo in cui è stato e si sente cacciato.
Perché allora il dubbio? Forse
perché non ci sono più certezze?