▐ from ignazio apolloni▐
quando
ancora nel secolo scorso anche le riviste del profondo sud facevano i numeri
speciali sulla poesia concreta e sulla poesia visiva, anche perché nell’habitat
c’erano francesco saverio dodaro, francesco pasca, enzo miglietta e, tra gli
invitati, c’erano operatori visivi del calibro di franco verdi, william xerra,
carlo belloli, maurizio osti, michele perfetti, vincendo accame, luciana arbizzani, ignazio apolloni, l’uomo
della singlossia, irma blank, betty danon, quella che fu con v.s.gaudio tra i
poeti dei readings alla Galleria d’arte 2000 di Bologna negli anni di piombo,
arrigo lora totino, emilio isgrò, eugenio miccini, ugo carrega, mirella bentivoglio,
lamberto pignotti, lucia marcucci, giovanni fontana, luciano ori, carlo marcello conti, quello di
“zeta”, la rivista internazionale di poesia e ricerche, che, adesso, non si sa
quando esce, se esce ancora, dopo che, anni fa, è venuta a mancare
prematuramente l’indimenticabile franca campanotto, achille cavellini, stelio m.martini, luciano
caruso, tomaso binga, agostino contò, vitaldo conte, addirittura emilio villa…
[e fu forse allora, chi può negarlo?, che, avendo saputo della cosa, mi misi nell’ambito dell’azione e dello spazio, e andai a Lecce a piedi e dissi “eccomi qua, se c’è Emilio Villa, come potrebbe mancare un altro disperso della scrittura e del gesto, non sono io quel poeta per il quale Gino Baratta scrisse a proposito di un gesto che produce?”]
[e fu forse allora, chi può negarlo?, che, avendo saputo della cosa, mi misi nell’ambito dell’azione e dello spazio, e andai a Lecce a piedi e dissi “eccomi qua, se c’è Emilio Villa, come potrebbe mancare un altro disperso della scrittura e del gesto, non sono io quel poeta per il quale Gino Baratta scrisse a proposito di un gesto che produce?”]