by Luigi Fontanella
Sera
inoltrata nel vecchio pub del villaggio
passo
davanti a quattro sordomuti
sulla
piazzetta il tempo s’è incrostato
alle
lamiere contorte delle macchine
abbandonate
nello yard di Jim
le
vedi parlare tra loro nel vento
autunnale,
padrone d’ogni loro fessura
la
luce dell’unico lampione riversa
la
sua bava giallastra sul lastricato
poco
fa un magro allucinato è uscito dal pub
camminava
come uno che aveva perduto tutto al gioco
guardo
i pochi negozi chiusi e all’angolo il vecchio cinese
che
s’ostina a impiastricciare
nel
fumograsso del suo abituro
per
qualche ultimo avventore
che
non arriverà.
L’aria
marina ti violenta la faccia
eppure
ancora non è tardi
ancora
non è tardi.
Più
avanti il piccolo semaforo
segna
il limite finale del villaggio
oscilla
come un aquilone
munito
di un solo occhio
che
uccide a caso
così
ieri pomeriggio il gabbiano urlando
mi
vorticò davanti
il
becco infilzato nel
dorso
del
granchio che ancora
muoveva
le sue zampette
lo
seguii con lo sguardo finché potei.
E
nell’oscurità immaginavo occhi attaccati
ai
vetri delle case a strapiombo sul mare. Eppure
non
è tardi. Ancora non è tardi.
Petra
sfida la notte e stasera come ogni sera
ancora
conserva il segreto
di
una madre che perse suo figlio
un
giorno che questi volle andare sulla spiaggia
e
non fece più ritorno. Scomparve come Ramiro
per
sempre inghiottito nel mare nello spazio nel buio
nel
cielo nel suo mistero. Anch’io
ho
abitato qui, anch’io un giorno
ho
toccato queste pietre interrogandole
tastandole
cercandone il tesoro. Pietre
che
sono sopravvissute al sangue
e
alle lacrime, pietre amare e ignare,
vendute
al primo arrivato, pietre
che
un tale già avanti negli anni si caricava sulle spalle
ogni
mattina una dopo l’altra senza riuscire
a
finire la sua opera
schiacciato
da una di esse. Emma
faceva
vedere a tutti la botola
che
dalla camera da letto
conduceva
in un minuscolo antro sotterraneo
quante
volte avrei voluto
calarmici
nel buio più buio... un soffio
impetuoso
improvviso di vento fa risuonare
la
catena del pozzo ove un giorno
qualcuno
attinse acqua per Petra. Risuona malamente
la
catena sbatte impietosa
ma
ancora non è tardi,
ancora
non è tardi.
La
Regina delle Azalee è partita per sempre
stasera
il vento flagella le pietre e quest’erba
che
lei non si stancava di rassodare
e
popolare di nuove piante
scovate
chissadove e di altre invenzioni mentre
l’albero
di sanguinella annunciava
generoso
i suoi candidi
fiori
ogni primavera. Regina è partita
senza
lasciare il suo nuovo indirizzo
insieme
con i suoi sogni d’acqua e di terra
svanito
l’odore di caminetto svanita la nepitella
colta
un pomeriggio d’estate a Shelter Island
spariti
anche i due gatti trovati per caso
dalle
parti di Lindenhurst.
Poggio
la mia faccia sull’erba io già erba io già terra
la
vecchia Amy della casa accanto una sera
si
nascose sotto un ammasso di foglie secche
per
negarsi ai nipoti che venivano
inutilmente
a trovarla
e
quella sera, spazientita,
sbucò
d’improvviso dal mucchio di foglie
inveendo
contro di loro. Clang clang clang
risuona
brutalmente la catena del pozzo
mi
spinge oltre
sul
divano sono rimasti vecchi giornali
e
riviste ancora incellofanate
disordinatamente
ammucchiati la ragazzina dell’edicola
era
assai solerte nel mettere da parte
la
merce richiesta dai clienti fissi
un
giorno mi presentò suo marito Tom Hass
un
cristo alto due metri che si vergognava
della
propria altezza “si tratterrà molto
in questo villaggio?, e: how do you like
it here?”
Siamo
tutti morti e l’arida strada attutisce
ogni
suono e io guardo come in un film muto
i
quattro ragazzi che si passano la palla fra loro
ma
ancora non è tardi ancora non è tardi.
▐ THE OLD TOWN è originariamente uscito in ► "Disunita Ombra" (Archinto,
2013); qui leggermente riveduto, è di prossima uscita nel libro► LA SCIARPA ROSSA E ALTRI
POEMETTI (Oedipus Ed., 2014)▐
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