Orsellizia™ che beve alla
tedesca e il mistero del gioco dei bigliettini
by
Gaudio Malaguzzi
Un giorno avvenne che Orsellizia™ rinvenne in un baule la fotografia in
cui, ragazzina, è immobilizzata nell’atto di bere all’abbeveratoio degli asini
e dei muli, e anche delle pecore e delle capre, e intanto che fu di nuovo
colmato di gaudio il suo oggetto a nel rivedersi coi calzoncini neri e il
cinturino bianco, vi trovò anche un biglietto in cui c’era il gioco dei
bigliettini a domanda e risposta, quel vecchio gioco[i]
che, e questo lo ricordava ancora, aveva fatto con il poeta, e al poeta inviò
perciò una busta, con quella fotografia dell’abbeveratoio e quel biglietto del
gioco dei bigliettini, e non ne attese risposta perché andava, ormai
ultratrentenne, a maritarsi.
Il poeta, quando ebbe in mano la lettera
e quando vide la fotografia in cui Orsellizia™ sta bevendo alla tedesca, rimase infinitamente teso tra la letizia e
la lentezza della Battaglia dei Gesuiti finché spiegò il foglietto per leggere
quello che vi era stato scritto:
“Chi è?” La mulacchiona col cinturino
bianco.
“Dove si trova?” All’abbeveratoio degli
asini e dei muli.
“Che fa?” Beve alla tedesca.
“Che cosa ha detto?” Perché mi guardate
così mentre bevo coi calzoncini neri e il cinturino bianco?
“E il poeta che cosa ha detto?”Oh,
Cristo, la flessione del genere 42 corto nel sistema della moda di Roland
Barthes!
“Com’è andata a finire?” L’ha fatta alla
tedesca, calandosi il genere 42 corto dietro l’abbeveratoio.
Non riesce ancora a definire chi ha
risposto a determinate domande, se le risposte sono alternate, o se ha risposto
a tutte le domande Orsellizia o il poeta, ma così facendo il gioco sarebbe
stato un solitario, e allora chi lo ha fatto? Avendolo rinvenuto lei nel baule,
glielo aveva dato il poeta, oppure l’aveva fatto lei e adesso a gioco
fantasmatico, al momento in pausa, glielo aveva svelato?
[i]
Se ne rinviene menzione anche in: Gianni Rodari, Grammatica della fantasia, Einaudi, Torino 1973.