Il podice mistico di Stefania Casini▐ l'Archetipo della Figa Scarna
♥ il
frontespizio
con il lungo titolo
e la dedica
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Avevo
dedicato questo saggio polistrutturale sulla poesia di un contemporaneo,
pubblicato nella collana “Produzione e interpretazione” della Celuc Libri di
Milano, a quattro personaggi: all’amico poeta Paolo
Badini, quello del
sottomarino atomico, poeta dell’enunciato-sceneggiatura, quasi cinematografico
per il suo estro surreale, una sorta di Jodorowsky della grassa Bologna e anche
più naturale; a Tristan Corbière, che, tra l’altro, era stato
tradotto dal poeta soggetto del saggio, ancorché non fosse stato, in quelle
primavere degli anni Settanta, uno degli oggetti “a” poetici che più da presso
seguivano la libido del saggista-poeta; alla Sacerdotessa
della negazione assoluta,
per ovvie ragioni, intrinseche allo step-style del poeta analizzato e alla
pulsione biografica del poeta analizzante; infine a Stefania Casini,
che, messa lì a contemplare la luna dell’archetipo dell’intimo, non si poteva mai
presupporre che fosse, invece,a rivederla oggi in tumblr per questa foto di “Playboy” 1975, per niente soggetta allo
schema verbale mistico del “Confondere”, anche se, a ben vedere, essendo le
varianti quelle del “discendere” e del “penetrare”, così dotata di podice e
così poco mistica, sulla scaletta dell’aereo, siamo proprio sicuri che stia
salendo anziché scendere?
Ricordandola più ectomorfa, ben dentro l’indice costituzionale al di sotto di
50, è, rivedendola com’era allora, con quel podice, tra il “discendere” e il “penetrare”
come schemi verbali del regime mistico del poeta studiato, ben sopra l’indice
costituzionale al di sopra di 50, quindi una bella sacerdotessa longilineo-mesomorfa. E pensare che a Torino, in quegli anni, a chi mi chiedeva lumi su Stefania io rispondevo
che non avevo notizia alcuna , al momento, dell’Archetipo della Figa Scarna!..Ma il bello doveva accadere negli anni Novanta, quando me la
ritrovai collega come titolare di rubrica in “Noi”, il settimanale
berlusconiano degli italiani e, naturalmente, lei teneva la rubrica dei libri,
che, a rigor di cronaca, quella sì che era davvero nell’archetipo della semantica
scarna; ma era già tanto il mistero della cosa che, preso alla testa come ti
prende l’oggetto “a” che si fa finalmente e di botto maturo e perciò
patagonico, se capita di incontrarla, questo mi dissi, le dovrò per forza darle
i versi di Franco Cavallo, che erano
stati allegati nel libro dell’ascesi del re di coppe:
oh diletta
sacerdotessa della
negazione assoluta
intesa come la più assoluta delle affermazioni
diletta delitta dilettuosa delittevole
gamba sfilante tra le calze dell’avvenire
anello
di congiunzione tra la mia vita e la tua
sei finalmente matura
ameba dell’ultima
verità possibile
v.s.gaudio l’ascesi della passione del re di coppe celuc libri milano 1979 |
STEFANIA CASINI. PLAYBOY, 1975 |