Calza Rossa & Ballad of Cable Hogue ░ Poetry-Song

 © ioseph auquier
Calza Rossa era, per il suo I.P.1, una vera maestra nell’arte di cavar cipolle e patate, per non parlare dell’arte del raccogliere funghi (cfr. nella nota2 quanto viene detto in proposito per Aquila Gaudio): la posizione dell’arco ogivale delle ginocchia che non solo i Castracani ma anche gli arbëresh di Plataci e d’Alisandra chiamavano la posizione della pecora, che fa dele (al plurale è: delja) ma che, se andiamo a leggerla nella loro lingua, hark delli, sarebbe l’arco del tendine: ed è questo che in Aquila Calza Bianca(Shqiponjë-Çorap-i bardhë) e in Calza Rossa fa tendere, il tendine rosso e il tendine bianco, teso dall’arco ogivale nell’incavo delle ginocchia che riflette la massima declinazione del podice, che va tutto nell’angolo massimo misurabile col sestante, che è, teoricamente, il doppio dell’angolo massimo che possono formare tra loro le superfici riflettenti dei due specchi: e questo si ottiene quando lo specchio grande assume l’orientazione S(=centro del settore)/s(=specchio piccolo) e forma, quindi, con lo specchio piccolo, un angolo di 90°-β.
L’angolo β  è fisso nei sestanti ed è compreso, da sestante a sestante,  fra 10° e 15° e l’angolo massimo di un’immagine non confusa forma con lo specchio piccolo un angolo non maggiore di 80 - β , e quindi l’angolo massimo risulta in pratica 2(80°- β ) ed è compreso fra 130° e 140°, che sarebbe come avere il cannocchiale su un podice di terza grandezza che va di bolina larga o allasca. Curioso l’effetto orale nella parlata dei Castracani per indicare la superficie Ss di Calza Rossa: l’”arco rosso” è hark i kuq, che ha dentro l’assonanza con  ar- që- kuq, ovvero: “oro che(è) rosso”, ed è per questo splendore che l’immagine  si fa irredenta? Per Aquila Gaudio, si narra che gli indiani delle Tre Bisacce rendessero irredento lo splendore dell’immagine del suo “arco bianco”= hark i bardhë facendo rifletterlo con ar-qepë-bardhë, ovvero: “oro cipolla bianca”, e puntavano il cannocchiale del loro oggetto a mentre Shqiponjë-Çorap-i bardhë   era in posizione a cavar cipolle!

Note


1Il dottor Vicinz Gaz per primo puntò gli occhi, affascinato, sulle sue ginocchia, mormorò qualcosa come “divina creatura” o “gëzim i gazi│= “Gioia di Gaudio”│, e, senza nasconderlo, cercò di imprimersi nella mente la linea delle sue cosce. Con il privilegio dello scopritore dette un nome alla ragazza secondo quello che vedeva: Zonjushe Çorap e kuqx-Calza Rossa. E definì il tipo morfologico come “normolinea mesomorfa compatta” dandole queste misure: 163-164 cm l’altezza; tra 56 e 58 chilogrammi il peso; un podice da 96-97 cm, un possente deretano da 38”. Tanto che Calza Rossa aveva un indice costituzionale che debordava il limite canonico della normolinea mesomorfa, che è 56, essendo il suo pari a 59: 96.5x100:163= I.C. 59; e un indice del pondus altissimo, essendo pari alla ragguardevole cifra di 8(il valore di Altissimo decresce da 11): 163 – (58+97=)155= I. P. 8
2Aquila Gaudio, un autentico prodotto somatico di tipo mesomorfo, quasi o forse più seducente di Çorap e kuqe│leggi:”cioràp e kuĉke”│ [molti pensano che Calza Rossa sia in realtà Aquila Gaudio, che, però, sembra che fosse famosa per le calze bianche di lana di pecora, da cui indicibili allusioni alla posizione relativa per raccogliere melanzane, cetrioli, peperoni, pomodori, meloni, fagiolini, zucchini], discendente dai Pa-Rrottë della Sila e di cui narreremo in un’altra vicenda.

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 ila palma palermo 2013