Ode sghemba per la vecchia Europa │Lucio Zinna

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Ode sghemba per la vecchia Europa


Questo sciame di popoli occidentali che partì per volare sopra la storia dalle rovine del mondo antico si è caratterizzato sempre per una duale forma di vita.[…]Questo destino, che li faceva, nello stesso tempo, progressivamente  omogenei  e  progressivamente diversi, deve intendersi con un certo grado di paradosso. Poiché in essi l’omogeneità non fu aliena dalla diversità. Al contrario, ogni principio uniforme rendeva fertile la diversità.
         José Ortega y Gasset, Meditacion de Europa.


Che fai –  Europa –  dove la sabbia
declina verso il mare  e al sole non ti sdrai
né avanzi fino a che l’onda ti lambisca i piedi?

Cerchi di risorgere nella memore
distanza di battaglie vinte e perse
di guerre guerreggiate con bandiere
sofferenze e lutti. Ostenti i tuoi tesori
nello sfarzo dei palazzi nei musei
del mondo negli scaffali di biblioteche
nelle teche di archivi. Nell’oroargento
delle cattedrali dalle guglie di ascensionale
impertinenza nelle policrome vetrate
nella voce di bronzo di mille chiese
che lentamente si spopolano mentre
filtrano progetti di califfato universale.
Tuoi vicoli non sono ciechi ma è luce riflessa.


Cancella l’immagine di nobildonna
decaduta che nel salone volteggia
(suona l’orchestrina il transatlantico
scivola al suo algido scoglio) non crearti
l’alibi di un ancien régime che crede di cedere
all’urto rivoluzionario e cade per suicidio.
Non lasciarti travolgere dal vento dell’euro
sprigionato gabbando Eolo non restartene
tra Euro e Noto come in classici poemi
accura a questa  ventosa moneta a ventosa –
di banchieri non di popoli – che multipla
non è e non è unica. Non si camuffano
banconote per balli in maschera.

Guardati dalle fughe in avanti e a ritroso
mia commovente Europa rompicoglioni
non sei ancora un continente alla deriva.
Non essere il tuo ibrido signora che ti sai
anziana e ancora vitale e ti annachi
in una bascula perenne.
Una vita si può vivere  sotto un ponte
come insegnano i clochard
non si può stirarla standoci sopra
non traversando né tornando indietro.


                                                                                          Lucio Zinna

dalla raccolta inedita “Le ore salvate”