Gessica e il gioco dei bigliettini a domanda e risposta
by Gaudio Malaguzzi
Avvenne che un giorno la ragazzina del
surplace e della cremeria Gessica, nel farsi incontro al poeta che leggeva e
ponendosi curva verso l’alluce intanto che la cremeria mostrava al poeta l’abbondanza
dei suoi gelati al forno, fu presa dalla curiosità e chiese al poeta cosa
stesse leggendo.
Dei vecchi giochi – disse il poeta.
Intanto c’è questo, diffuso in tutto il mondo, quello dei bigliettini a domanda
e risposta. Vuoi sapere come si fa? Si parte da una serie di domande e tiriamo
fuori una narrazione, un racconto, una storia. Tu rispondi alla prima domanda e
pieghi il foglio; io rispondo alla seconda domanda e piego il foglio; tu
rispondi alla terza domanda e pieghi ancora il foglio; io rispondo alla quarta
domanda e ripiego il foglio; tu rispondi alla quinta domanda e pieghi il
foglio; e alla sesta e ultima domanda rispondo
io e rispondi tu, ognuno di nascosto dall’altro, e ognuno piega il foglio. Poi,
leggiamo le risposte come un racconto. Ne può venir fuori un nonsenso oppure
una storia comica, oppure…Oppure?-fece lei. Oppure si leggono le risposte, si
ride, tu continui a fare il surplace con la bicicletta o mi fai rivedere i
centometri da ferma, e tutto finisce lì. E poi si può analizzare la situazione
ottenuta e ricavarne un’altra storia. O conservi il gioco e quando capiterà in
futuro lo rifarai. Ogni volta? Ogni volta. Facciamolo- disse Gessica, stando
seduta sulla bicicletta: Vorrei un gelato. A che gusto? Al cioccolato cioccolato!
Leccalo intanto che giochiamo.
“Chi sei?” Lei chiese al poeta che cosa
doveva dire, il nome? No.Chi sei, così chi ti senti di essere anche un solo
istante… “La gelataia”(scrisse Gessica).
“Dove si trova?”Sul lungomare sulla
bicicletta(scrisse il poeta).
“Che sta facendo?” Sta sulla bicicletta
e lecca il gelatone al cioccolato(scrisse Gessica).
“Che cosa dice?” “Oh, è una delizia
questo gelatone, ne mangerei altri 100 seduta sulla mia bicicletta”(scrisse
Gessica).
“Che cosa dice il poeta?” Lo fai leccare
pure a me il tuo gelatone al cioccolato sulla bicicletta?(scrisse il poeta).
“Com’è andata a finire?”Lei si compra
una gelatiera e non viene più qui a leccare il gelato da passeggio(rispose il
poeta); Come, come è andata a finire? Chiede lei al poeta? Beh, come finisce la
storia? Quale storia? – fa lei perplessa. La storia che stiamo giocando, la
bicicletta, tu, il gelato, le pietre della spiaggia, il libro…Ah, ho capito. E
scrisse:”Il giorno dopo la gelataia che ero io ritornò sul lungomare e domandò
a quello del libro se voleva assaggiare uno dei miei strepitosi gelati”.
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