Calipso e l’ultimo dell’isola di Pitcairn ♥
by Gaudio Malaguzzi
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Il giorno dopo, mio
nonno, quando si svegliò, Calipso gli aveva preparato un caffè che manco a
Napoli, anche se al bar della stazione di Voghera un suo discendente si narra
che bevve il più gratificante caffè della sua vita, ma, a conti fatti e ad
acqua potabile disponibile, Calipso, in quella sua isoletta, non era il solo
miracolo che faceva, anche perché quella mattina lei, nel porgere la tazzina a
mio nonno, accarezzandogli i capelli, svelò la legge di Cheit: “Se aiuti un
amico nel bisogno, non si scorderà di te, la prossima volta che avrà bisogno”.
Mio nonno, che, anche per i sogni fatti, non sapeva come contenere la pulsione uretrale della sua
anima, la guardò ancora da dietro e le disse ad alta voce: “Calipso, se hai
fatto una cosa giusta una volta, ti chiederò presto di rifarmela!”. Lei non si
girò nemmeno, ma alzò il braccio e il dito medio, come a dirgli: Sai quanto me
ne frega della tua anima e del tuo (-φ)!
Shirley, beh, se ci
fosse stata almeno lei ad accudirgli il (-φ), lei si che era dentro la seconda legge di
socio-genetica: la superiorità è un carattere recessivo. Ma allora com'è che, poi, di quei ventisette, restai solo io ? Ma, si consolò il pover'uomo, le cose
buone della vita non solo sono illegali, immorali o fanno ingrassare, ma per
darti il gaudio assoluto si sono
talmente innalzate al meridiano che sono scomparse.
Avverrà nel futuro che
un discendente di quel mio nonno, in un poemetto dal titolo La sineddoche degli amori[3], questo ebbe a scrivere il poeta:” la sineddoche degli amori opera sulle strutture
semiche di due oggetti contigui, contigui per l’io fungente che scrive e che
attua l’associazione e l’accordo della Stimmung”,
con Ornella Muti, Mita Medici,Stefania Casini, Karin Schubert, Corinne Cléry, Sonia Braga, Lilli Carati, Nadia Cassini, Laura Antonelli,
Manuela Kustermann, Lea Massari, Erica Blanc, apparirà Shirley, la bionda del “Biancosarti”,
perché la Stimmung, questo scrisse
ancora il poeta, “accorda Prados, Larkin, Carles Riba, Ornella Muti, Quevedo,
Mallarmé, Lilli Carati, Corinne Cléry: la Stimmung
funziona a sineddoche, sostituisce Carles Riba e Mita Medici ovvero rende il
testo dell’uno il corpo dell’altro”, insomma si arrivava a dire che il rapporto
proposizionale, per la variante discorsiva, pone Mita Medci induzione di Carles Riba; per la
variante simbolica, il corpo di Mita Medici è illustrazione del testo di Carles Riba, o viceversa. I poeti, ah,
esclamò mio nonno, i poeti che verranno e quel mio discendente, senti, Ooooh,
Calipso, ascolta cosa scriverà quel mio discendente che porterà il nome della
tua isola su quella bonazza bionda che farà lo spot del “Biancosarti”:
che fruga felicità da cui dora il corpo dei miti
ribalta l’ebbrezza o il malore di un ossimoro
faiblesse che ha una voluttà eccessiva da cui cede
alla gravità del tempo
Che cosa stringe il
vuoto? Chiese Calipso. La dolce cruna, cosa potrebbe mai essere, l’anello di
Didone? Mio nonno, così narra la leggenda,
le rispose che c’era un teorema, quello di Stockmayer, che dice che se
sembra facile è dura e che se sembra difficile, è fottutamente impossibile. E
com’è che questa Shirley, urlò Calipso,
lo stringe ed è fottutamente dolce? Vai menando il can per l’aia per non
frugare la felicità o ti viene difficile perché io non sono bionda naturale, ma
ti assicuro che la ribalto anch’io l’ebbrezza o il malore di un ossimoro, e ti
garantisco che il mio anello di Didone, per il gaudio che fruga, molti
naufraghi non hanno potuto scriverlo ma altro che dolce cruna che stringe il
vuoto!
Il giorno dopo Calipso,
inginocchiata nella posa dell’ Attrazione
di Ghawdex, cosicché mio nonno saggiasse la dolcezza del suo anello di
Didone, tra un ciclo e l’altro,in pausa chiese: “E come è avvenuto di quei 27,
tra cui tua zia, che era anche tua cugina e anche la tua nipote, o forse una
tua prozia, non ce n’è stata una sopravvissuta a darti il gaudio e a
illuminarti il cammino e le navigazioni con il bagliore didonico?”.
Poi, in un’altra pausa,
ebbe a chiedergli: “Cosa dovrò pensare adesso che sei venuto e non per
riprodurti o riprodurmi , che stai ancora facendo l’"ammutinazione"? E isola tra
le isole sei qui per farmi la tua asola fin quando splenderà il mio anello di
Didone?” E allora dimmi come ti chiami e se non hai il nome, e avrai il nome
dunque della mia isola, chi sei tu che sei il solo ammutinato che incula il
corpo dei miti e perché non ve ne sono qui almeno sedici?”
“Non starò qui a fare
disquisizioni sulle determinazioni di frequenza genica, né a considerare che le
donne con Rh- avendo difficoltà a mettere al mondo figli vivi e normali quando
si sposano con individui Rh+, e per questo potrai dedurre che io sia un
individuo Rh+ e non un Rh-, che avrebbe evitato il problema generativo a quelle
benedette donne dell ‘isola di Pitcairn, insomma se mi dai quel Tarocco
Siciliano che avevi in mano l’altro giorno ti faccio vedere con un esperimento
di simulazione perché son solo io ad essere stretto dal tuo vuoto e, in più,
raggiunta l’omogeneità, e quindi la singolarità, dalla composizione del mazzo
di 27 individui, 27 carte, la carta che, infine, sola esprimerà la mia identità.
Vedi, prendiamo 27 carte, semplifichiamo al massimo ed evitiamo anche la
riproduzione sessuale, cioè diciamo che ogni individuo abbia un solo gene e lo
trasmetta a ogni figlio che da lui nasce. Dai 27, alla seconda generazione con
quel gene siamo in 13, poi in 6, quindi in 3, fin tanto che, da quest’ultimo
mazzo di 3, ne estraiamo la carta che sarei io, destinato alla tua isola e alla
tua asola. Vediamo che carta potrei essere?
Ecco: queste sono le 27
carte che ho preso dal mazzo del Tarocco. Adesso mischiamo ancora: fallo tu,
togline 14 e metti le altre 13 qui; mischiale ancora, ed estraine 6;
mischiamole e ne estraiamo 3: tra queste 3 ci sono io: il sette di denari, l’arcano
minore 19 e la regina di coppe. Il sette di denari, nei cerchi del sistema
Rosa+Croce, è l’arcano 75, quattro
denari interrati e disposti in quadrato, al centro il simbolo della Terra;
sopra, tre denari in triangolo e un albero. E’ la moneta e il suo impiego
logico. La regina di coppe è l’arcano
38, nella simbologia classica è in piedi, nel tarocco che hai tu sta seduta,
tiene in mano una coppa, è la sposa perfetta, amorevole e gentile, in effetti
sei tu, la sposa e la madre che vorresti essere. L’arcano minore 19 nel tarocco
siciliano non è l’arcano 19 del tarocco classico che è il sole, ma come il sole
anche questo arcano 19 delle carte che
abbiamo noi è il gaudio: lì, nel classico,
un sole radioso e due fanciulli nudi , è il cielo supremo nel mondo divino, la
verità nel mondo intellettuale e il gaudio nel mondo fisico. Qui, un uomo regge
il mondo e l’eclittica zodiacale, è l’oro filosofico e la luce,forse il
bagliore didonico che ha inanellato il suo (-φ) e adesso riempie di
gaudio la sua anima, ne pervade il mondo.
Non la facciamo l’ultima
estrazione, vero Calipso?
Tu – disse Calipso- il
mio gaudio il 19, io la regina di coppe,che, hai visto?, è indicata come donna
bionda, alla fin fine quel tuo discendente che parlò della dolce cruna di
Shirley è alla mia faiblesse che si riferisce, e la moneta, il tesoro e lo sviluppo, il
lavoro duro, l’ingegnosità e il progresso. Tu ci credi ? Se arriviamo fin in
fondo all’esperimento, mi sa che resto io da sola, donna bionda disponibile
alla monta, creatura amabile, devota e pratica, poetica e tenera, ma
probabilmente immorale e perciò inattendibile, viziosa e infida, una volta che
ti sarai stancato di farti stringere nel vuoto della mia dolce cruna. La dignità
della regina di coppe o di cuori che sia
è instabile.
[2] “La
maggior parte della gente si merita a vicenda”.
[3]
V.S.Gaudio, La sineddoche degli amori,
in “Anterem” n.25, Le ragioni della
Poesia, Verona aprile 1984.
[4] “Shirley,
la bionda del tenente Sheridan nella pubblicità del ‘Biancosarti’, in: V.S.Gaudio,
Amori, ovvero la sineddoche degli amori,
© 1978.
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