│Cover
di Vira Fabra □
Inciviliti dalla scienza
o divorati dai cannibali, Milano 1977:
il disegno(“Pugno
chiuso”) è di Roberto Zito
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In memoria dello scrittore dell’Antigruppo
73 e dell’Intergruppo, pubblichiamo qui il paragrafo 1. di VIRA-TEST © 2010.
è VIRA-TEST
di V.S. Gaudio
1. “Siamo in una cultura
dell’irradiazione dei corpi e delle menti grazie ai segnali e alle immagini, e
se questa cultura produce gli effetti più belli, come stupirsi che essa produca
anche i virus più micidiali?”[i] Se Baudrillard dice che “L’Aids è una specie
di crack dei valori sessuali”, Jules Parrot avrebbe potuto dire che la sifilide
“è l’emozione della trasparenza micidiale del sesso a misura di interi gruppi”[ii]?
La reversibilità, che sempre disobbedisce alla legge e all’evidenza, è sfuggita
di mano agli intellettuali, tutta la critica radicale è passata dalla parte
dell’aleatorio, della virulenza, della catastrofe, e gli intellettuali sono
caduti nel silenzio delle masse, o nell’evento della generazione precedente,
che è il silenzio più assordante e stupido. In questa irreversibilità culturale
recitano meravigliosamente la parte della loro servitù volontaria, giocano
dentro la loro stupida certezza, nella banalità inesorabile e ordinaria delle
cifre, tanto che questo testo degli anni Settanta del secolo scorso di Vira
Fabra[iii]
ricorda il virus informatico che ha devastato per cinque ore tutta la rete
scientifica e militare americana, che forse era solo un test (Virilio)[iv],
un esperimento degli stessi servizi segreti americani.
Il virus-test può
diventare un virus devastatore perché nessuno controlla le reazioni a catena.
Il
virus-test di Vira Fabra abita il cuore stesso dell’euforia operazionale: che
dice Baudrillard?
“Le scienze hanno fatta loro questa situazione panica: lo
svanire delle posizioni rispettive del soggetto e dell’oggetto nell’interfaccia
sperimentale genera questo statuto definitivo di incertezza relativamente alla
realtà dell’oggetto e a quella, oggettiva, del sapere”[v].
Ci sono strani attrattori che si aggirano dentro la scienza, ma anche
nell’economia, nell’informazione, nella politica, nel mondo correale. Dentro lo
specchio del narcisismo, c’è l’apologia di ogni universo di discorso, se
l’informazione non rinvia a un evento ma alla promozione dell’informazione
stessa come evento, e se la comunicazione non rinvia più a un messaggio ma alla
promozione della comunicazione stessa come mito, allora cosa può succedere in
questa sospensione indefinita sul pensiero, il corpo senza passione davvero
potrà essere lui il vero artificio, quello del segno nella seduzione,
dell’ambivalenza nei gesti, dell’ellissi nel linguaggio?
Che cosa è micidiale?
La profilassi assoluta.
All’inizio
io non l’avevo capito, il fatto che Vira Fabra partisse dal cancro, con tutta
la bibliografia di base di quegli anni, tolto Bonifacio che aveva dalla sua il
siero di capra.
Che scrisse dopo, Baudrillard?
“La medicina non mostra di
averlo capito quando tratta il cancro e l’Aids quasi fossero malattie
convenzionali, mentre si tratta di malattie nate dal trionfo della profilassi e
della medicina, malattie nate dalla scomparsa delle malattie, dalla
liquidazione delle forme patogene. Patologia di terzo tipo, inaccessibile a
qualunque farmacopea dell’epoca precedente (quella delle cause visibili e degli
effetti meccanici). A un tratto tutte le affezioni appaiono di origine
immunodeficiente (un po’ come tutte le violenze sembrano d’origine terrorista).
L’attacco e la strategia virale hanno sostituito in qualche modo il lavoro
dell’inconscio”[vi].
Sapevamo
guarire la sifilide come malattia della forma; ora siamo senza difesa di fronte
alle patologie della formula (Aids).
La viralità è la patologia dei circuiti
chiusi, chi vive dello stesso morirà dello stesso.
Eri politico? Rispondi. Noi
abbiamo smentito la filosofia occidentale. Del dubbio, del terrorismo, del
nichilismo, dell’utopia.
Eri estremista di destra? Rispondi.
Eri socialista?
Eri estremista di sinistra? Rispondi.
Eri poeta di avanguardia?
L’assenza di
alterità, disse successivamente Baudrillard, secerne quest’alterità
inafferrabile, questa alterità assoluta che è il virus.
Eri medico? Rispondi.
Noi abbiamo eliminato squilibri. Per sostituire l’alienazione con la noia? L’ordine
segreto della catastrofe è dentro la strategia del peggio, quella del Male
contro il Male, che è, o si rivela essere tale, una strategia ben temperata
della specie, nel senso che i nostri virus, i nostri fenomeni estremi, reali e
localizzati, permettono di mantenere intatta l’energia della catastrofe
virtuale, motore di tutti i nostri processi, in economia come in politica, in
arte come in storia, figuriamoci in letteratura.
[i]
Jean Baudrillard, Gli eventi sovraconduttori, in Idem, La trasparenza
del Male, trad. it. Sugarcoedizioni, Milano 1991: pag. 43.
[ii]
Ivi: pag. 46.
[iii]
Vira Fabra, Inciviliti dalla scienza o
divorati dai cannibali, Editrice Letteraria “Arpa”, Milano 1977.
[iv]
Per il “virus informatico” vedi la letteratura vista come virus elettronico da
William Burroughs (“La rivoluzione elettronica”, in È arrivato Ah Pook,
Sugarco, Milano 1980) e
Paul Virilio, La bomba informatica, trad. it. Cortina, Milano 2000.
[v] Jean Baudrillard, cit.: pag. 50.
[vi]
Jean Baudrillard, Profilassi e virulenza,
in Idem, op. cit.: pag. 73.
$Per
saperne di più sull‘utopia pratica di Vira Fabra leggi: èAlessandro Gaudio □
L’utopia pratica di Vira Fabra □
“Rivista di Studi Italiani” n.2│
Dicembre 2007