I pantaloni rossi di Nadiella *
* in
memoria di Nadia Campana
(Cesena 11 ottobre 1954- Milano 10
giugno 1985)
1.
oh delizia delle delizie
come potrò farti vedere
dai miei ospiti
con quei pantaloni rossi
con quel passo che avevi
in via Barberia dove
stavamo andando a farci
il panino con la mortadella?
2.
una volta sedemmo sui gradini
di San Petronio e fu quando
avevi quei tuoi calzoni rossi
e mi venne in mente il pelo biondo
della mia amica Claretta che non
portava le mutande nemmeno
al ristorante
3.
La vedete quella ragazza
coi calzoni rossi, se hai visto
ebrei che pregano per la pioggia
dirà
poi Amichai hai visto
come gli uomini ricordano,
io ti ho visto con quei calzoni
rossi e sulla spiaggia di Rimini
d’inverno
com’eri in quella
immagine che mi hanno rubato
gli zingari insieme al libro di Testori
sulla letizia e la felicità che mi avevi
dato da leggere, non puoi vedere
come ricorda un poeta, ragazza
di quegli anni in cui non sono stato
a Le Havre, né a Ushuaia come mio
nonno, mi piaceva stare in mezzo
alla gente, Torino scava immagini
indelebili nella tua libido, con quei
calzoni rossi che avevi in via Barberia
a Bologna solo in quella finestra visiva
ti ho portato a passeggio sotto i portici
di via Roma, via Po e via Cernaia
e adesso che avrei voluto ancora
pensarti qui in questo deserto
della mia anima come faccio
a pensarti con quei calzoni rossi,
come può essersene andata quella
mia ragazza coi calzoni rossi?
Una ragazza con quei calzoni
rossi sta semmai alla finestra
a farsi lo shummulo, non salta
giù
perché non può essere che
non ci sia più nessuno che
le tiri giù i calzoni rossi,
nel vento estivo che sta
arrivando
4.
Tutto in bianco e nero in strada
la stiamo attraversando o percorrendo
nei punti in cui tutto è così chiaro
che non posso non attardarmi
a guardarti il passo che hai
mentre andiamo a farci un panino
con la mortadella coi pantaloni rossi
5.
Ma un po’ di amore mi resta addosso
non è
vero che la linea della mia anima
è sprofondata nell’abisso del Satanasso
e poi ci sono quei tuoi pantaloni rossi
che per quanto il vento possa essere
impetuoso te li sfilo anche nel sottopasso
ferroviario qui, dove quando passano
i circhi, non c’è più un
treno che corre
verso il sole, soltanto l’altro giorno
ho visto una polacca pedalare che
mi ha fatto un momento pensare
non a te ma alla Henia di Gombrowicz
che lei sì che se avesse messo i tuoi
pantaloni rossi col cazzo che si sarebbe
buttata giù dal ponte
6.
A volgermi ho imparato
ai tuoi calzoni rossi
come fossero un poema
che sto cercando di mandare
a memoria
e quando ci riesco allora ti vedo
ragazza mia che sei volata via
e non avresti
potuto farlo
se solo avessi indossato
ancora sei anni dopo
quei pantaloni rossi
che avevi messo
per me
in via Barberia quando ce ne andammo
a farci un panino con la mortadella
ed era giugno sei anni prima
wHarley
Quinn (che ha qualcosa dei “pantaloni rossi”)
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