Il testo che segue riproduce, con qualche modifica, l'ultima
parte de La simmetria di Petrolio. Note sulla disposizione parodistica del
potere (e del romanzo) nella tarda modernità, «Capoverso. Rivista di scritture poetiche», n. 29, gennaio-giugno
2015 (Omaggio a Pasolini), pp. 91-95.
Petrolio,
parodia del fascismo⁞
Petrolio esprime in maniera
primitiva ed elementare il fascino di quell'ideologia permanente espressa dal
mito fascista e dal rapporto, ugualmente immutabile, che esso instaura con quel
sentimento del passato che induce il popolo borghesizzato (esaltato nella
ricerca delle origini e del mito) a conformarsi ad esso e a rinunciare a
seguire il corso della vita. Lo scritto pasoliniano mette in scena
innocentemente il modo in cui la borghesia italiana sia affascinata (e forse
spaventata) da quella che è la quotidiana rappresentazione di se stessa. Petrolio è, in fin dei conti, una
visione dalla quale (come da un guscio) non si può uscire: quella di una classe
incapace di dissociarsi «dalla società in mezzo a cui opera» perché permane
naturalmente sul nulla espresso dal mondo sociale; vale a dire, su posizioni
moderate e, di conseguenza, fasciste che, ripetute e sentite come necessarie,
producono un effetto parodistico. La parodia messa in atto con Petrolio impugna il modello fascista
preesistente, ne conserva gli elementi formali, duplicandoli e, perciò,
ampliandone nel presente la carica grottesca; Pasolini, infatti, mira a
riprodurre un doppio quasi di pari dignità rispetto all'oggetto, per così dire,
originario: presuppone nell'individuo una tensione duale che reduplica l'essere
e teorizza riguardo a ciò che è di fianco all'essere; infine, urta
continuamente contro i limiti (devono considerarsi tra questi, ad esempio, i
richiami e gli appelli al lettore) e le aporie, non trovando in alcun caso una
via d'uscita. Si sa che la realtà, lungo l'evoluzione del capitalismo e delle
sue forze incontrollabili, finisce per inglobare tale sguardo irridente, così
riattivando e rivitalizzando quel nulla cui si alludeva in precedenza. Non è
forse questa la china lungo la quale ci si rende conto che le regole
contraddittorie del gioco della ragione non sono altro che il gioco stesso del
romanzo?
La realtà, che comprende anche quella «sperimentata nell'immensità della
[...] vita inconscia», è, così, una pianura informe e desolata, una waste land − conclude Pasolini −, uno
sconfinato immondezzaio che pervade ogni suo aspetto, al quale ci si può
rapportare soltanto ammettendo la pienezza immutabile del vuoto che la contraddistingue,
l'estetico porcile − diceva Fortini già nel 1977 − dell'Europa moderna.
All'interno di esso, l'arte non può, è vero, offrire al fruitore la speranza di
un mondo migliore; del mondo può, in ogni caso, riprodurre i pieni e i vuoti,
ciò che vedo, ciò che è soltanto immaginabile che esso sia e ciò che non si
riesce neanche a immaginare. Non è poco.
⁞ Alessandro Gaudio

&
Capoverso n.29, gennaio-giugno
2015: Omaggio a Pasolini,
Edizioni Orizzonti Meridionali, Cosenza.
Edizioni Orizzonti Meridionali, Cosenza.