▬ Se soltanto io sono il poeta, sono
allora un poeta unico in maniera davvero unica. Non c’è nulla di
eccezionalmente unico nel puro fatto di essere unico, se si eccettua il conto
in banca. E la distribuzione. Ogni poeta, se si eccettuano quelli della parola
innamorata, è certamente unico in quanto ha una diversa costituzione genetica,
può scambiare spesso le opinioni, ma raramente la pelle e il conto, e le
partecipazioni alla confraternita dell’industria editoriale della poesia,
compresi i cosiddetti premi, dal più convenzionato con il mutuo culturale al
più connesso con la fondazione di una banca, con o senza depositi. Essere il
solo poeta dotato di una mente poetica sarebbe un’altra cosa. Come si potrebbe
concludere di essere l’unico ad avere una mente poetica? L’unicità del poeta in
relazione al conto in banca è stata dimostrata innumerevoli volte con gli
assegni circolari , ancorché non siano stati quelli bancari fosse anche il
Bancoposta. A sostegno della conclusione che ciascun poeta lineare, eccetto
quelli dei discendenti delle Famiglie enumerate da Vassalli, ha una
costituzione genetica unica, anche se poi tira sempre la stessa lagna, si
possono addurre considerazioni derivate da diverse teorie e discipline
scientifiche: dalla genetica, dalla immunologia, dalla radiologia, dalla
finanza, dall’economia, dal commercio e dalle scienze politiche. Un primissimo
passo verso la conferma dell’ipotesi che solo io sia un poeta lineare
consisterebbe nello scoprire un fattore differenziale che si possa considerare
rilevante: diversamente dagli altri, io ne pubblico di più, e non dico che ho
pagato in nero direttamente il tipografo.