▬. Che
esistano altri poeti lineari non è certamente una realtà attuale, è sempre
stato così, Apolloni lo sapeva, ma il fatto è che viviamo in un’era di
oscurità, anche se quando Ignazio ha scritto queste poesie[*]
non c’era il web. Le nostre incerte nozioni si sgretolano, i nostri schemi
concettuali sono incrinati dagli enigmi, ma oggi non si può mettere in dubbio
che esista un rapporto significativo fra la poesia lineare e il cervello, ma
quale sia precisamente questo rapporto è un altro problema, che per il momento
resta insoluto. Nemmeno il protoDams
è riuscito a identificare e a qualificare i rapporti tra stati mentali e stati
cerebrali ma soprattutto gli schemi degli eventi mentali in interazione con gli
schemi degli eventi culturali, non a caso anche quell’istituto rivela una
fondamentale mancanza di comprensione. Un evento o uno stato mentale non è
identificabile, questo disse Paul Ziff[1];
e allora come potremmo identificare un poeta lineare? Specialmente se non è
tutt’uno con un evento culturale, un festival della letteratura, un premio
bancario o commerciale, una fiera del libro, fosse anche quella degli editori
minori che per l’ossimoro di cui hanno la ragione sociale sarebbe la più
improbabile e ridicola.
[*] Ci si riferisce alle poesie lineari pubblicate nel secondo volume di “Antigruppo ‘73”, nel 1972, con il titolo "La grandezza dell’uomo”, ora disponibili in e-book come Uh-Book di Issuu.
[1] Cfr.Paul Ziff, Il
problema delle menti altrui, in: Idem, Itinerari filosofici e linguistici, © 1966; trad. it. Laterza
editori, Bari 1969.