Leggings Alexander McQueen |
Lo spicciativo
giuoco dell’alzare e del poi
Quello
dell’alzare la carta tentando di indovinare
ogni
volta che viene scoperta è uno speditivo giuoco
in
cui ognuno mette su quanta moneta si trova
e
sta ognuno quanto può il più a gioco,
ovvero
quanto il più mette se gli aggrada
in
questo stare in piedi,
mentre
lei è piegata davanti a lui
e
tosto l’amor cresce, e allora per tenerlo
altrui
celato chiude la bocca
ed
egli chiuso si gonfia
e
si fa tanto grosso e sì tirato
e
tanto s’alza fuor d’ogni misura
che
delle brache spezza la cintura
e
in breve gli esce l’alma della gola
mentre
ancora lei voleva farsi porre il basto
avendo
scoperto la carta dello stesso valore
cosicché
si era tirata giù i fuseaux
e
l’altro potesse mettere in questo spicciativo giuoco
che
ritto ritto fassi, e in ogni loco
a
calendario propizio e solo ha questo mal
che
dura poco, e spesso bea chi ha bicchier piccini,
e
fa un gran mal giocare se gli ha fretta
anche
se M. è troppo bestiale, pone ad un tratto
troppa
carne a foco
tanto
che per un’altra puntata, o messa che dir si voglia,
lei
deve dar da beccare a chi ne voleva
nella
stessa piegatura ci fu subito un altro
che
mise su quanta moneta ebbe stando
quanto
può il più in giuoco, e così avvenne
che
altri ancor quanto ognuno il più
gli
aggrada stessero a fare
questo
giuoco dell’alzare
che
per quanto Maruzia avesse mostrato
il
Belvedere facendo sì gran galleria,
non
le toccava il cul che le mutande di seta
la
troia era andata a dare il culo a Bragalla
così
si era calata i fuseaux e s’era messa culo a ponte
e
pur facendo alla mutola si chiama sempre
“guard’il
culo” o ben “alla primiera”,
“a
potta retro” il gioco del diavolo, che è
simile
al sette e mezzo, fatto con i tarocchi,
tuttora
diffuso nei luoghi connessi per storia
e
geografia con il Piemonte che fa rinnegar
la
fede a chi non l’ha tanto che lo si chiama
anche
il gioco del poi, non ne ha e ne sa
Maruzia
un punto più di lui?
L’alzare
e il gioco del poi
che
Maruzia fa nel giorno di gala,
quando
s’avvia il Calendario
che
sarebbe il boccone per i conti
diciamo
il ristoro per re e principi,
contadini
e viticultori, financo al re
di
denari[i]
che nei tarocchi è quello che più
di
ogni altro fa il giuoco del diavolo,
poiché
essendo un plebeo arricchito
città
delle braghe della zia paterna
egli
fallisce all’entrar della rocca
e
si fa il gaudio all’inizio del Calendario
Il genere 42 nel sistema della moda di Roland Barthes per Bragallec |
fa
mutande a tutto paragone e in questo
posto
dove si bragalla
questo
Bragallec
dove
il boccone prelibato è a lui destinato
se
è andato per l’allecula, avendo trovato
allecata
in dono e in braghe
sublimata,
raccolta sotto e aggiunta,
Maruzia,
così sublecta, con l’allicio
di
allecula, l’alectatio in fuseaux, in calzebraghe,
l’armure
che prende a giuoco,
adlicia,
attira, lega , eccita e trattiene,
questo
bragalizio tra mutande enzuvate
e
allecula prelibata come può non essere
il
culo il ristoro infinito del vecchio plebeo arricchito?
[i]
Quando arriva il Re di denari, o di quadri,, è sempre un uomo ben venuto, un
vizioso, sposato o vedovo oppure sposato in vedovanza sessuale, straniero e
insolente; è una figura paterna, ecco che si abbina alle brache della zia
paterna, è come se conoscesse la potenzialità di quelle braghe, perché lui
essendo affine al padre è sulla linea sessuale del padre, per questo le braghe
sono della zia paterna, e lui, il re di denari, le sa calare o imbragallare
come si deve.
da → V.S.Gaudio ♦
Bragalla © 2009