La giostra
sibarita o la quintana saracina e i 112 istrumenti
Mah
che è il magnificare,
la
copia di maha, che è questo fare copia di sé
per
il Calendario, il fantasma irriducibile, la copia
che
è Fong, l’oggetto a che per tre anni chi ne fa
copia
vagabonda ai limiti del cielo a Bragalla[i]
ne
fanno mutande a tutto paragone
in
quel posto, allà, dove fu imbragallata
nella
giostra sibarita, quanti Enea a piuol
la
posero come Dido Maruzia quei giocatori
di
Antefluvius a mazzasquido e per cominciar
facevan
al duro e molle tanto che quel che
fu
trentuno divenne 92 o 112 che le fecero in giostra
il
66 perché è nel territorio di circa 66 chilometri
quadrati
o
meglio 65 e 29, in
cui il chilometro ha il numero del Re
di
denari che è nel tarocco del Gioco del Poi
e
29 è il Brindellone, il denaro della cinquina,
la
quintana saracina, la giostra sibarita che si fa
una
a cinque e quello che l’ha
imbragallata esce,
come
il marito nel gioco degli zingari, va ad attizzare
la
fornace e dentro a lavorare alla prima camera viene
quello
che l’avea bagnato nel
fluvius, cosicché
ora
qui entra chi se l’era
fatto imbracare in mano
o
chi caricava l’orza
o lo teneva in tiro pronto
e
parato a travagliare in bocca fino a che
la
correggiola, che è questa gherminella zingara
fattasi
giostra saracina, porti dentro, a Bragalla,
tutti
gli oggetti declinabili, ovvero 4629 x la declinazione
del
sole che è 23 all’inizio
del Calendario diviso 100
che
fa 1064 o se le armi non sono tutte in forma
si
potrà ovviare con la formula 4629:41, che sono gli
anni
di Maruzia, che dà per somma 112, che è il posto
da
cui la troia sibarita è venuta a fare Bragalla,
cosicché
Maruzia ne prenderà nell’antefluvius
112
di strumenti, ed essi saranno, se agricoli, nominati
cavicchio,
erpice, manaiola, marra, palo, pertica,piantatoio,
piolo,
roncola, stollo, vanga;
se
di uso domestico,
bastone,
cannocchiale, chiave, clistere, manico, matterello,
mestolo,
nerchia, pendolo, pennello, pestello, stanga, trave, verga;
se
armi.
attrezzo
bellico, brindellone,cannone, clava, daga,fucile, giavellotto,
mazzafrusto,pistola,
spadone, stocco;
se
personificazioni,
amico,
babbo, brigante, costui, individuo, lavorante, mugnaio, nemico,
ospite
gradito, padrone del gaudio, personaggio, protagonista, tale, re di denari;
se
personificazioni ecclesiastiche,
chierico,
diavolo, guardiano degli orti, ingannatore,
maledetto
da Dio, prete, priapo, proposto,malaguida;
se
sostantivi,
affare,
argomento, arnese, attrezzo, cosa, coso, istrumento,
marchingegno,
omaggio, ordigno, quell’affare,
quella cosa,
quel
coso, quella faccenda, roba, utensile;
se
pronomi,
cotale,
la, lo, quello, suo;
se
concetti astratti,
arbitrio,
attributo, caso, conoscimento, coscienza, desiderio,
discrezione,
erezione, maestria, maneggio, mestiere, natura,
onore,
pensiero, prominenza, ragione, senno, sentimento, usanza;
e
di questi 112 strumenti, allora, ognuno per Maruzia,
ebbe
il nome come la giostra saracina di Bragalla
con
cui celebrò l’arte dei poeti e l’astrologia,
è
questa la parola? Qual è la parola?
La
cura sottile o sessantasei, il gioco del diavolo o
Maruzia
che rinnega la fede, fin da questo, dato da questo,
da
quello, quello, questo, costui, qual è la parola, questo qui,
costui
che è dentro, è il mugnaio, il brigante, che stanga,
è
il palo, la pertica, il padrone del gaudio, è il personaggio,
il
protagonista, il cannone che è in Calabria e bragalla, impala
frega
nel pelo, tenta nella pazienza, toglie la prelibatezza saracina
e
sibarita, qual è la parola, dove, là, allà, Bragallà, laggiù, lontano,
allà,
lontano, lassù, imbragallassù Antefluvius, Monte Alto, Podere
delle
Braghe, Quel posto, Quel Paese, Allà, Quel posto, qual è la parola,
visto
tutto questo, tutto questo costui, armato e baldo,
dritto
e duro, impronto, o che pazienza in ghingheri,
o
che maestria in tiro, o che appetito all’ordine,
o
che usanza parata e risoluta, o che discrezione in tono
tutto
questo questo qui
fantasia
di vedere quale
intravedere
credere
di intravedere
là
allà lontano lassù
a
fioco quale allec
pissac,
scatapicchio e spaccapassera,
spirito
e ventinove, pingherlone e minchia
maledetto
da Dio,messer Mazza e signor Bragallone,
qual
è la parola, laggiù, lontano, a Bragalla,
luogotenenza
dell’impero o podere
della cinquina,
vescovado
della Bestia, Poggio della Bragana,
meridiano
della macchina a stantuffo,
Meridiano
del Mazzapicchio, Luogo del Cotale,
laggiù
dove la, lassù dove lo, dove Quello,
il
posto del formato e della mercanzia, dell’attrezzatura,
dove
si va a Bragalla, e si va a Lecco,
e
a mungere, a pompinare e a fare quel servizio,
qual
è la parola
succhiacazzi,
carrellante, sparapippe
smallaquesto,
smallaquestoqui, come si dice,
qual
è la parola, la saracina va al fottisterio,
strafotte
e puttaneggia, dà una sbattutina al manico,
imbecca
e dà da beccare, si fa ingollare, imbragallare,
questo,
allà, è questo qual è la parola giocando alla mutola
la
giostra di Maruzia a Bragalla, che andando a Bragalla
si
toglie l’uovo alla gallina,
chi l’è dentro e chi l’è fora,
chi
imbotta e chi irriga, chi lambicca e chi sgocciola,
chi
spruzza e chi cola, chi scarica la balestra e chi sborra,
chi
da nettare e chi miele, chi liquore e chi fa la saponata,
chi
fa la spuma e chi il succo, tutto questo questo qui
fin
da questo al Cotale dove è là che si va in calzebraghe
ad
aprire il Calendario, il bagliore ainico che si è visto
è
questo che si è intravisto là lontano laggiù, a Bragalla,
il
Monte Brekë, quel posto, il luogo più stretto e segreto,
il
ristoro, la Taverna del Pelo, dove è lì che la Bragalluzia
è
bagascia, bucaiola e culana, pescatrice e piglianculo,
qual
è la parola, questa, altra cosa, cavalca il muletto,
fa
l’amore a secco,
infilza perle e zucchero candito, mena l’uovo,
pesca
e prende al buio, sollazza preti e toglie un bocconcino,
tenta
nella pazienza l’imbracatura
allà a Bragalla,
tutto
questo , questo questo, questo qui allà
qual
è la parola?
Da →V.S.Gaudio |BRAGALLA |©2009
[i] Fong è l’esagramma 55 dell’I King: sopra c’è il trigramma Cenn,
l’eccitante, e sotto il trigramma Li, il risaltante, che fanno durare questo
“fare copia di sé” per dieci giorni tanto è irriducibile il fantasma e per tre
anni chi ne fa copia “vagabonda ai limiti del cielo”: cfr. I King, trad. it. Astrolabio, Roma 1950: pagg. 235, 500, 502.
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