Il
senso ottuso nella foto Orange 4
sottende un erotismo che include una certa inquieta innocenza o una certa
sospensione del fare.
Ma
l’emozione dove passa ?
Non
passa, non è proiettata dappertutto, ma è lì,inafferrabile e allo stesso tempo
ostinata, smussata, per aprire il campo del senso infinitamente.
L’emozione
che c’è in chi guarda c’è perché è espressa dal personaggio che attiva il senso
ottuso: l’emozione, anzi, è investita, di striscio, mai direttamente, dall’immanenza
erotica del personaggio, che, se ha questo impalpabile ma evidente punctum amabile, è marcato, nel suo
esserci in scena,dal desiderio: le parti del corpo pare che siano colte in un
movimento sospeso tra l’incerto e l’inquieto(1), che è l’espressione somatica
che , secondo Le Brun, bisogna dare al désir.
Il senso ottuso e la passion du Désir:
dal significante di deplezione al significante di accrescimento
Il personaggio femminile,dotato
del punctum amabile,è dunque preso
dal désir, che, a ben guardare, l’abbiamo
visto, è espresso dal suo movimento sospeso.E che può essere ancor di più
osservato nel viso che, «s’il y
a du désir,on peut le representer par les sourcils pressés & avancés sur
les yeux qui seront plus ouverts qu’à l’ordinaire , la prunelle se trouvera
située au milieu de l’œil, & pleine de feu, les narines plus serrées du
cotés des yeux, la bouche est aussi plus ouverte que dans la precedente action,
le coins retirés en arriere, la langue peut paroître sur le bord des
levres »(2).
Non
è, d’accordo, una rappresentazione del viso in primo piano, ma la disposizione
del corpo, degli arti e della testa non fa che confermare lo stato desiderante
del personaggio.
Sembra
che il terzo senso, che, come scrive Barthes, «si può situare teoricamente ma non
descrivere»(3), appaia
allora come il passaggio dal linguaggio alla significanza e sia l’atto
fondatore del fotografico stesso.
Il
fotografico, direbbe Barthes, è diverso dalla fotografia: se il filmico
non può essere colto nel film “in situazione”, “in movimento”, “al naturale”,
ma solamente, ancora, in quell’artefatto maggiore che è il fotogramma(4), allora
il fotografico si offre come il dentro della fotografia, come il “centro
di gravità” di Ejzenstein,che è all’interno del frammento, negli elementi
inclusi nel fotogramma.
Il
centro di gravità, in Orange 4, o il
fotografico, è tutto nel personaggio femminile che, pur essendo nell’ovvio
della situazione, in secondo piano e in
una configurazione puramente informativa e simbolica(5), essendo dentro la
fotografia,non fa staccare dall’immagine chi guarda.
L’esserci
della scena,esaurito il motivo referenziale e simbolico, chiuderebbe
immediatamente la scena, o il ricordo, ma qualcosa che è smussato, ed è di
troppo, sfuggente, liscio e inafferrabile, mi prende, come lo stesso désir che
il personaggio contiene, inquieto e incerto, sospeso, indifferente alla storia
e al senso ovvio, un significante di deplezione(6)che
è lì, è il fotografico del personaggio che attiva il senso ottuso, e
che, qui, mantiene l’osservatore in uno stato di eretismo perpetuo: se
l’osservatore potesse capire o rendere ovvio questo senso, il suo desiderio
giungerebbe «fino a
quello spasmo del significato, che, di solito, fa ricadere il soggetto
voluttuosamente nella pace delle dominazioni»(7).
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Orange 4: original view |
Per
quest’altro motivo, il significante di
deplezione, che è vuoto come i verbi polivalenti tipo ‘fare’, sembra che, essendosi
rappresentato così evidente il desiderio del personaggio, contenga l’ottativo
che attiene totalmente alla polivalenza del désir: farsi fare.
Si
potrà allora dire, con un capovolgimento che è altrettanto corretto, che il significante di deplezione non si vuota,
non arriva cioè a vuotarsi proprio perché, alla fase di diminuzione, segue, sempre
e comunque, una fase di accrescimento, o di ingrossamento, come è giusto che
sia in questo caso,
se al significante di deplezione del verbo vuoto come ‘fare’ bisogna contrapporre
il significante di ingrossamento, che è pieno come i verbi monosemici o
univoci, come, ad esempio, ‘farsi fare’ o altri a stretta connotazione
sessuale.
Una scena così ovvia e innocua, in
cui non ci sono procedimenti connotativi di trucco e di posa, tanto che il suo
messaggio denotato pare che esaurisca completamente il suo essere fotografia,
viene, invece, continuamente ricaricata
dal senso ottuso che sta lì, avec les sourcils pressés & avancés sur les
yeux, avec la prunelle située au milieu de l’oeil, & pleine de feu, les
narines plus ouvertes du coté des yeux, la bouche plus ouverte que dans l’amour
simple,les coins retirés en arriere, & toutes les parties du corps paroîtrent
dans un mouvement incertain et inquiet(8).
Il
senso ottuso ottunde il farsi fare, lo arrotonda come l’arancia che, nell’ovvio del suo simbolismo
referenziale, storico e diegetico, investita dall’accento, o dalla pulsione, del personaggio femminile, si depriva
dell’indifferenza della scena (l’aranceto, e l’arancia come frutto in sé con
buccia di colore acceso tra il giallo e il rosso), per alludere,con quella fase
di ingrossamento che riempie il désir, che
il punctum espressivo aveva
diminuito, ai succhi del désir, e dell’arancia come frutto colto, sbucciato e
consumato, e che è un incontestabile fattore di ringiovanimento e una fonte di
energia.
Un
farsi fare che si fa metafora di una efficace cura che non solo rinforza
muscoli e ghiandole ma rigenera le fibre nervose: «una cura di arance, sia di solo
succo, sia di frutti interi(…) è molto salutare. Tre giorni di dieta esclusiva di arance bastano a volte
per una efficace disintossicazione»(9).
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Proiezione della photo Orange 4 sull'Ebertin con elongazione Asc e punti arabi del personaggio femminile |
1 Cfr:Charles Le Brun, Méthode pour apprendre à dessiner les
passions,Amsterdam 1702, ristampa anastatica : Georg Olms
Verlag,Hildesheim 1982 : « Le Désir peut se marquer par(…)toutes
les parties paroîtront dans un mouvement incertain &
inquiet » (36).
2 Charles Le Brun,op.cit. : (16).
3 Roland Barthes,L’ovvio e l’ottuso,trad.it.Einaudi,Torino 1986 :pag.
58.
4 Cfr.Roland Barthes,op.cit.:pag.59.
5 Il primo livello di
senso è, per Barthes, il livello informativo,«in cui si condensa
tutta la conoscenza che mi forniscono lo scenario,i costumi, i personaggi , i
loro rapporti, la loro inserzione in una aneddotica che conosco (anche se
vagamente)» (Barthes,op.cit.:pag. 42): nella foto in oggetto, l’uomo raccoglie
un’arancia, la donna sembra che stia per fermarsi in prossimità dell’uomo che
sta raccogliendo il frutto.
Il secondo livello di senso è simbolico,che
è, a sua volta,stratificato essendo referenziale,diegetico,soggettivo,storico.
L’ovvietà del simbolismo dell’arancia,in relazione all’ottusità del
fotografico,può produrre, e lo vedremo,una significazione che rende ancor più largo il senso ottuso del fotografico.
6 Termine della
linguistica, precisa Barthes, che designa i verbi vuoti, polivalenti,come ad
esempio in francese il verbo faire:
cfr. Roland Barthes, op.cit.:pag. 56.
Cfr. anche quanto scrive Jean Baudrillard, tenendo conto del fatto che il
sociologo sta trattando fenomeni estremi nell’ambito del collettivo politico ed
economico del mondo: «C’è del fotografico
solo in ciò che è violentato,sorpreso,svelato,rivelato suo malgrado,in ciò che
non avrebbe mai dovuto essere rappresentato perché non ha immagine né coscienza
di se stesso. Il selvaggio, o ciò che vi è di selvaggio in noi, non si
riflette. E’ selvaggiamente estraneo a se stesso. Le donne più affascinanti
sono le più estranee a se stesse(Marilyn)»: Jean Baudrillard,
L’esotismo radicale,in Jean
Baudrillard, La trasparenza del male,
trad.it. Sugarcoedizioni,Milano 1991:pagg. 165-166. Il tutto sembra che sia in
stretta connessione con il significante
di deplezione che produce il senso
ottuso.
Il fotografico
del personaggio, che attiva il senso ottuso, è speculare alla non corrispondenza
del soggetto con l’obiettivo:Baudrillard dice che il selvaggio, o l’inumano,sia
capace di affrontare l’obiettivo esattamente come la morte: «Posa sempre,fronteggia. La sua vittoria consiste nel
trasformare un’operazione tecnica in un faccia a faccia con la morte. E’ per
questo che i selvaggi sono oggetti fotografici così forti,così intensi. Quando
l’obiettivo non capta più questa posa,questa oscenità provocante dell’oggetto
di fronte alla morte,quando il soggetto diventa complice dell’obiettivo e anche
il fotografo diventa soggettivo,allora è la fine del grande gioco fotografico.
L’esotismo è morto. E’ molto difficile oggi trovare un soggetto,o anche un
oggetto,che non sia complice dell’obiettivo»:ibidem. La posa,c’è da aggiungere,può
essere non frontale,come l’inumano,o il selvaggio,può corrispondere
necessariamente a un personaggio che sta controllando
l’affettività, l’emozione, il désir,che è ciò che di più selvaggio c’è in
esso,essendo la voglia, il Begierde
che vedremo più avanti. D’altra parte,lo stesso personaggio femminile,in
un’altra foto ,oggetto di un’altra analisi, fronteggia l’obiettivo e si fa
oggetto fotografico così forte e così intenso tanto da realizzare,in questo
svelamento sorprendente, il senso ottuso
che,con i termini di Baudrillard applicati ai selvaggi,contiene
l’ “esotismo”,la “stupefazione”, l’”oscenità provocante”, il bagliore dell’istinto in un semplice e
familiare primo piano.
Il fotografico
non potrà mai essere presente nelle pose
di modelle e attrici, di starlet da calendario o da frontalità televisiva
perché,come dice Baudrillard, è «questo bagliore di
impotenza e di stupefazione che manca alla razza mondana,scaltra,alla
moda,introspettiva,al corrente di se stessa e dunque senza segreto»(op.cit.:pag.
165). «Per costoro –
rampogna il sociologo – la foto è senza pietà»(ibidem).
7 Roland Barthes,ibidem. Vorrei che si intendesse questo
“eretismo perpetuo” , che coglie l’osservatore(o,forse,il
“visionatore”,nell’accezione che dette a questa parola Edgar Morin in Il cinema o l’uomo immaginario:«(…)una seconda vista,come si dice,massimamente
rivelatrice di bellezze e segreti ignoti alla prima. E certo non è stato un
caso che i tecnici abbiano provato il bisogno di inventare,là dove vedere
sembrerebbe sufficiente , il verbo “visionare” »:pag.
35 trad.it. Feltrinelli,Milano 1982), mantenendolo in quella sospensione
affettiva,o della libido, da cui,o in cui,non potrà mai giungere fino allo
“spasmo del significato”, potenzialmente correlabile con quello stato di
potenza che,secondo Eric Berne,ha il fallo quando è tra il primo e il quarto
grado di erezione: l’ eretismo perpetuo,che , per il senso ottuso che c’è in
quella foto, coglie il “visionatore”, è come se tenesse la sua libido tra il 1°
grado di erezione(leggermente gonfio,se è «in società,il proprietario
può appena accorgersi di essere eccitato, e non si sente imbarazzato perché di
solito il rigonfiamento non può essere notato da chi gli sta intorno»:Eric Berne,Fare
l’amore,trad.it.Bompiani,Milano 1987:pagg. 58-59),la cosiddetta
“eccitazione mondana”, e tra il 4° grado di erezione(in cui «l’uomo è come un unicorno che carica,rigido e anche
pronto,ma così turgido e ardente che l’uomo sente di dover cominciare a
muoverlo se non vuole esplodere per eccesso di potenza»:ivi:pag.
60),la cosiddetta “impazienza del pene”.
Vedete bene come,essendo teso tra il 1° e
il 4° grado,senza aver raggiunto gli altri due gradi, la libido
senta,percepisca,l’estensione del senso nel suo
sotterraneo,invisibile,allargamento:il senso
ottuso,che,lo vedremo più volte,è dal lato del farsi sentire, per poter essere percepito e codificato non ha che
da farsi vedere:è in uno stato di crasi sensoriale, il “visionatore” sente l’ottusità della libido e,per vederla,pur non arrivando mai al
significato, sente la
potenza del 4° grado.
Questo stato di crasi sensoriale sembra che sia reciproco al désir del personaggio
femminile e,se vogliamo, ma in questo caso la certezza non è stata
effettivamente ascoltata o vista,anche con la voglia dell’oggetto che è fuori
scena perché l’ha fissata in quell’istante: vediamo , qui di seguito , come.
Visionatore
|
||
Schema
verbale Schaulust
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SENTIRE vs VEDERE
|
Schema
verbale del Désir
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PERSONAGGIO FEMMINILE
|
1.Reciprocità dello Schema Verbale.
Visionatore
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Eretismo
Libido
|
Sospeso tra 1° e 4° grado
|
ERETISMO
DESIR
|
PERSONAGGIO
FEMMINILE
|
2.Reciprocità
dell’Eretismo.
Obiettivo
|
||
Eretismo
Libido
|
Sospeso tra 1° e 4° grado
|
ERETISMO
DESIR
|
PERSONAGGIO
FEMMINILE
|
3.Reciprocità dell’Eretismo tra Obiettivo e
Personaggio Femminile
8 Cfr. Charles Le Brun,op.cit. : (16) e (36).
9 Raymond Dextret,Le virtù della verdura e della frutta,trad.
it. Garzanti-Vallardi,Milano 1978:pag.55.