e mani e
dita vanno nel senso del sole
e
risalgono a posarsi dove la carne con lo gnomone
fa
verticale e profondo il meridiano
di largo
in lungo si viene si va
cielo e
vento liquido e macchia anche stesa
in linea
tra i bordi dov’è il campo
e questa
tela che aderisce fino al ventre carico
e
inclinato tra la giuntura dell’inguine e l’anello
solare
così marcato e pieno, il Jésuve che tira
acqua
muscoli dita glande non bastano
ancora
per bucare tra carne e tuono
remando
con tutta la mano
fino al
punto d’entrare nell’arco
della
durata che ha lo spessore della controra
Oltre ai residui umani e animali rinvenuti
nella Baracca della Sella, e parecchi
referti di natura genetica e culturale destinati a Calza Rossa, fu rinvenuto, in tempi recenti, un foglio manoscritto
con evidenti incrostazioni di natura sessuale con questa poesia lasciata in
omaggio ad Arshalëzet: la qualità letteraria del testo fa pensare che
il lascito sia opera di un poeta colto. Il riferimento al Jésuve non potrebbe che farlo un profondo conoscitore dell’opera di
Georges Bataille. In calce al foglio è vergato: Enzuvë a Pascipecora .
da: La Lebenswelt con Sten
Nadolny
sulla spedizione
degli Scalzacani per il passaggio
a nordovest del Delta
del Saraceno © 2011